Grillo indagato, magistrati al lavoro sulle chat dei collaboratori

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Gli inquirenti nutrono affidamento di trovare sugli apparecchi di cinque persone non indagate i messaggi di proprio interesse investigativo. Conte: "Si dimostrerà piena legittimità dell'operato di Grillo"

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Sono una dozzina le chat ritenute rilevanti e su cui la procura di Milano sta lavorando nell'inchiesta in cui sono indagati Beppe Grillo e Vincenzo Onorato per traffico di influenze illecite e che ieri ha portato la Gdf a perquisire gli uffici della società del fondatore del movimento cinque stelle, la Casaleggio associati, e altre persone non sotto inchiesta ma coinvolte in qualche modo nella vicenda.

Secondo i magistrati, Vincenzo Onorato avrebbe chiesto a Beppe Grillo una serie di interventi a favore di Moby spa che il leader del Movimento 5 stelle "ha veicolato a esponenti politici trasferendo quindi" all'armatore "le relative risposte", si legge in un comunicato del Procuratore della Repubblica di Milano facente funzione, Riccardo Targetti. Da quanto è trapelato i messaggi con le richieste dell'armatore sarebbero cominciati prima della stipula dei contratti di pubblicità da 120 mila euro annui tra la compagnia e la società di Grillo (che risalgono al 2018 e 2019) e sarebbero proseguiti anche dopo. Inoltre sarebbero stati veicolati anche a parlamentari del movimento legati al Ministero per lo Sviluppo economico.

Conte: "Si dimostrerà piena legittimità del suo operato"

Sulla vicenda è intervenuto oggi Giuseppe Conte. "Permettermi di esprimere vicinanza a Grillo perché ho visto che molti giornali hanno enfatizzato la notizia di questa indagine. Sono assolutamente fiducioso che le verifiche in corso dimostreranno le piena legittimità del suo operato. Ne sono assolutamente sicuro", ha affermato.

Il sequestro dei cellulari

La guardia di finanza ha sequestrato i cellulari a cinque persone non indagate: si tratta di Nina Monti, web grafica del blog di Grillo, Luca Eleuteri, socio fondatore della Casaleggio Associati, dell’amministratore delegato della compagnia marittima Moby Spa Achille Onorato, e di Annamaria Barrile e Giovanni Savarese, che nella società erano responsabile delle relazioni istituzionali e capo ufficio stampa. Non è stato sequestrato a Beppe Grillo. Come riporta il Corriere della Sera, si tratta di un'evidente scelta della Procura di Milano, che ha rinunciato anche al telefonino del (pur non parlamentare) fondatore ed ex capo politico e poi garante dei 5 Stelle. Gli inquirenti nutrono un ragionevole affidamento di trovare lo stesso sugli apparecchi delle altre cinque persone i messaggi di proprio interesse investigativo.

Le richieste di Onorato

Rinnovare la convenzione fra lo Stato e Compagnia Italiana di Navigazione per la continuità territoriale marittima. È questa una delle richiesta avanzate da Onorato a Grillo testimoniata dalle chat agli atti dell'indagine della Procura. Da quanto si è saputo inquirenti e investigatori hanno in mano conversazioni tra Onorato e Grillo con tanto di inoltro dal secondo al primo delle riposte ricevute dall'allora ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli sollecitato dal 'garante' dei Cinquestelle. Toninelli, non indagato, non compare mai direttamente. Sulla vicenda i pm milanesi, è trapelato, hanno intenzione di interrogare Onorato e Grillo

I pm di Milano chiesero gli atti dell'inchiesta Open

Sarebbe stata la stessa procura di Milano, nel giugno del 2020, a chiedere a quella fiorentina di trasmettere i risultati della perquisizione effettuata a carico di Onorato nell'ambito delle indagini sulla fondazione Open. È quanto emerge dagli atti dell'inchiesta sulla fondazione renziana. All'interno del materiale trasmesso a Milano, ci sarebbero state anche le chat inviate da Onorato a Grillo. Secondo quanto appreso, nella richiesta avanzata ai colleghi di Firenze, i pm milanesi informano di attività di indagine che stanno svolgendo su Onorato, e spiegano di essere per questo interessati alle copie forensi del materiale informatico contenuto nelle caselle di posta elettronica sia dell'imprenditore che della sua segretaria, oltre che in un tablet e in due smartphone in uso sempre a Onorato. Al momento l'armatore non risulta indagato nell'inchiesta sulla fondazione Open.

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