La rapina avvenne in piazza Ascoli il 3 novembre 2020. I malviventi furono poi arrestati in Campania
La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per i sette presunti componenti, arrestati il 18 maggio scorso, della cosiddetta “banda del buco”, che il 3 novembre del 2020 svaligiò la filiale del Credit Agricole di piazza Ascoli, nel capoluogo lombardo, scappando poi dalle fognature con un bottino di circa un milione di euro. Si era trattato, stando alle indagini andate avanti per mesi della Squadra mobile di Milano e dei pm Maria Cristina Ria e Rosaria Stagnaro, di una rapina progettata per lungo tempo e con i rapinatori in grado di recuperare le carte della estesissima rete fognaria di Milano (oltre 1.500 chilometri di condotti) con le quali avevano individuato il punto esatto in cui scavare per sbucare all'interno della banca. Sotto la minaccia di una pistola il direttore non aveva potuto far altro che aprire il caveau delle cassette private.
L'indagine
Nell'inchiesta erano stati scoperti pure alcuni appartamenti presi in affitto dalla banda come basi logistiche, in particolare uno in via Montepulciano, in zona Loreto, sequestrato e dove è stata eseguita un'approfondita perquisizione dagli investigatori perché, come emerso da intercettazioni ambientali, erano in programma altre rapine a Poirino (Torino), Muggiò (Monza e Brianza) e Gorgonzola (Milano). Davanti al gip Giusy Barbara, che aveva firmato l'ordinanza di custodia cautelare, i sette arrestati, tutti bloccati in Campania, avevano scelto la linea del silenzio e poi nel corso del procedimento sono arrivate delle ammissioni. Davanti al gup in udienza preliminare gli imputati potranno scegliere anche di essere giudicati con rito abbreviato.