Covid: morto Mauro da Mantova, no vax de "La Zanzara"

Lombardia

Si è spento all'ospedale di Borgo Trento di Verona, dove era ricoverato da qualche settimana

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E' morto ieri sera Maurizio Buratti, il 61enne noto come Mauro da Mantova grazie alla trasmissione radiofonica di Radio 24 'La Zanzara'. Si è spento all'ospedale di Borgo Trento di Verona. L'uomo, un carrozziere originario di Curtatone e residente a Mantova, convinto no-vax, era stato ricoverato in terapia intensiva alcune settimane fa a causa del covid ma non aveva mai fatto marcia indietro sulle sue convinzioni (COVID: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI IN ITALIA E NEL MONDO - I DATI DEI VACCINI IN ITALIA).

Cruciani: "A Mauro, testa dura, volevamo bene" 

"Mauro non c'è più. Ho sperato, abbiamo sperato, che la sua pellaccia ancora una volta potesse vincere su tutto. Niente. Era una testa dura, e quella maledetta settimana è stata forse fatale. Aveva deciso di campare in un certo modo, nessuno lo avrebbe fermato e la nostra grande comunità gli voleva bene nonostante le sue storture, le sue teorie, i suoi umori". Così Giuseppe Cruciani, il conduttore de La Zanzara di cui il no vax Maurizio Buratti era spesso ospite, commenta sul suo profilo instagram la morte dell'uomo. "Conservo nel cuore tutti i tuoi messaggi di insulti, le contumelie e le lunghe conversazioni al telefono quando eri più calmo. Eri Belvaman, volevi essere Re, l'interventista radiofonico per eccellenza, eri felice quando qualcuno ti riconosceva per strada e ti chiedeva un selfie. Eri, sei, Mauro da Mantova. Ti abbiamo preso in giro, ci hai insultato, ce ne siamo dette di tutti i colori fino alle soglie di un tribunale, ma ci siamo divertiti come mai nella vita. E oggi ho ricevuto un colpo al cuore. Prevale il vuoto, nell'anima, e penso - conclude Cruciani - a quello schermo in radio dove non ci sarà più scritto: Mauro da Mantova, vuole intervenire. Ciao Maurone, ovunque tu sia".

 

Si era vantato in diretta alla radio di essere andato al supermercato con 38 di febbre e adesso si trova ricoverato in terapia intensiva, intubato e non risponderebbe alle cure. E' la parabola di un no vax del Mantovano, Maurizio Buratti, meglio conosciuto come Mauro da Mantova grazie alla trasmissione radiofonica di Radio24 La Zanzara, 10 dicembre 2021.  FACEBOOK MAURIZIO BURATTI  +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++
©Ansa

Il ricovero

L'uomo, come aveva raccontato anche Cruciani in diretta, era stato ricoverato in terapia intensiva nell'ospedale Borgo Trento di Verona con una polmonite bilaterale dovuta al Covid; nonostante le sue condizioni fossero in costante peggioramento, rifiutava di farsi ricoverare, tanto che è stato lo stesso Cruciani, con l'aiuto di altre persone, a convincerlo ad andare al pronto soccorso. "L'ho convinto, dopo due giorni al telefono e sentendo lo stato in cui era a ricoverarsi in un ospedale - aveva spiegato Cruciani in trasmissione -, ha il casco per l'ossigeno e il saturimetro che segna 54".

Il carrozziere mantovano era intervenuto pochi giorni prima in radio per vantarsi di avere fatto l'untore in un supermercato, dove era entrato con la mascherina abbassata e 38 di febbre. Un gesto che aveva definito "una soddisfazione impagabile, ero con il naso fuori così ho disseminato per bene i germi", aveva spiegato quando le sue condizioni erano ancora buone e aveva "solo un po' di tosse, raffreddore e raucedine". Poco dopo però l'uomo è peggiorato e, dopo alcuni giorni in casa a stare male, si è convinto a farsi ricoverare ma non all'ospedale della sua città, Mantova, "perché ci sono i comunisti", ma a Verona.

Parenzo: "Spero che storia di Buratti serva a chi ha dubbi"

A dare, tra gli altri, la notizia della morte David Parenzo, uno dei conduttori, con un tweet.  "Riposa in pace ovunque tu sia - scrive Parenzo sui social - vecchio complottista. Spero solo che la tua triste storia serva da esempio a tutti coloro che ancora alimentano dubbi sull'efficacia dei vaccini".

Il primario: "Abbiamo fatto di tutto"

"Il paziente era arrivato nel nostro ospedale già in condizioni disperate". Lo ha detto all'ANSA Enrico Polati, direttore della Terapia Intensiva dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, all'Ospedale di Borgo Trento, dove ieri è morto Maurizio Buratti. "Abbiamo fatto di tutto e di più, ma la malattia è stata inesorabile. E' rimasto in terapia intensiva 22 giorni" ha aggiunto Polati. Buratti si era presentato al Pronto soccorso lucido ma in condizioni di salute già molto precarie e in un primo momento si era rifiutato di essere intubato ed era stato ricoverato nel reparto di Pneumologia, da dove poi era stato rapidamente trasferito - una volta ottenuto l'assenso - in terapia intensiva e intubato. "Durante questo periodo siamo stati costantemente in contatto con la figlia del paziente" ha concluso Polati.

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