Milano, traffico di droga: il capo della Curva Sud del Milan in silenzio davanti al gip

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Il 40enne è tra gli arrestati nell’inchiesta milanese con al centro un traffico di droga, che ha portato a 8 misure cautelari. Dalle indagini è emerso che l’uomo sarebbe stato “al vertice dell’organizzazione”

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Si è avvalso della facoltà di non rispondere Luca Lucci, il capo della Curva Sud milanista tra gli arrestati nell'inchiesta milanese che ha portato venerdì scorso ad 8 misure cautelari e con al centro un traffico di droga. Il 40enne ha deciso di rimanere in silenzio nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Fabrizio Filice.

Un fermo immagine tratto da un video dell'inchiesta milanese sul traffico di droga
Un fermo immagine tratto da un video dell'inchiesta milanese sul traffico di droga - ©Ansa

La posizione del capo della Curva Sud del Milan

Dalle indagini della Squadra mobile, coordinate dal pm di Milano Leonardo Lesti, è emerso che Lucci, finito in carcere, sarebbe stato "al vertice dell'organizzazione" pianificando "l'attività illecita senza mai partecipare attivamente", ma "impartendo direttive attraverso il software Encrochat, installato su un telefono cellulare" in suo possesso e con "utenza telefonica olandese". Come si legge nel provvedimento del giudice Filice, il capo della Curva Sud, che sul sistema criptato di chat aveva il nickname "belvaitalia", per la "posizione di vertice" che ricopriva "nel traffico illecito di stupefacenti" avrebbe intrattenuto "le relazioni con i narcotrafficanti esteri" in Brasile e in Marocco.

I precedenti

Lucci, coinvolto in molte inchieste negli ultimi anni e già arrestato per droga in passato, era diventato noto anche perché si fece fotografare il 16 dicembre del 2018 assieme all'allora vicepremier Matteo Salvini in occasione della festa per i 50 anni della Curva Sud. Inoltre, era stato condannato pure per aver sferrato un pugno, nel derby Milan-Inter del 15 febbraio 2009, al tifoso interista Virgilio Motta (che si è poi suicidato) facendogli perdere un occhio.

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