Eitan: emesso mandato d'arresto internazionale per il nonno, che presenta ricorso

Lombardia

Emesso un mandato anche per il 50enne G. A. B., israeliano, che era alla guida della macchina con cui il bambino fu portato a Lugano per essere imbarcato su un aereo privato con destinazione Tel Aviv

Il gip di Pavia Pasquale Villani, spiega la Procura, ha emesso due ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di Shmuel Peleg, nonno di Eitan, il bimbo unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone del 23 maggio scorso, e di Gabriel Abutbul Alon, il 50enne che era alla guida della macchina con cui il bambino fu portato a Lugano per essere imbarcato su un aereo privato con destinazione Tel Aviv. 

I legali di Peleg, rappresentato sul fronte penale in Italia dall'avvocato Paolo Sevesi, hanno già depositato ricorso al Tribunale del Riesame di Milano contro l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Pavia con conseguente mandato d'arresto internazionale e richiesta di estradizione. Il ricorso è stato depositato oggi con riserva di motivazioni, anche perché i legali non hanno ancora avuto accesso agli atti e all'ordinanza.

Le accuse

I due sono "accusati, unitamente alla connazionale Esther Athen Cohen", la nonna materna "dei reati di sequestro di persona, sottrazione e trattenimento di minore all'estero e inosservanza dolosa di provvedimento del Giudice" ai danni del bambino e della zia Aya Biran, "tutore legale dello stesso minore". Le misure cautelari giungono "a conclusione di una meticolosa e complessa attività d'indagine coordinata" dall'aggiunto Mario Venditti e dal pm Valentina De Stefano e "svolta in ogni fase dalla Squadra Mobile della Questura di Pavia". 

Israele non estrada i propri cittadini

"Aspettiamo di vedere cosa succederà a livello internazionale, ossia la risposta delle autorità israeliane sul mandato d'arresto internazionale e poi procederemo con la chiusura indagini e con la richiesta di processo". Lo ha detto all'ANSA il procuratore Mario Venditti.

L'ordinanza di custodia cautelare che attiva il mandato d'arresto, emessa il 30 ottobre dal gip di Pavia, è stata trasmessa ieri dai pm pavesi alla Procura generale di Milano. Quest'ultima l'ha trasmessa al ministero della Giustizia con "richiesta di estradizione" da Israele verso l'Italia del nonno materno del piccolo e dell'autista. La procuratrice generale Francesca Nanni e il sostituto pg Laura Gay hanno effettuato, come da prassi, una verifica formale sui requisiti dell'ordinanza ai fini dell'estradizione e hanno poi trasmesso gli atti con richiesta di estradizione al Ministero della Giustizia. Quindi, alla Procura generale di Milano dovrà essere comunicato, come primo passo, se il Ministero della Giustizia, che non ha termini, inoltrerà o meno una richiesta di estradizione alle autorità israeliane, dopo aver studiato quale sia la convenzione internazionale attiva tra i due Paesi. Dopo di che si aprirà un dialogo tra i ministeri dei due Stati e Israele dovrà valutare l'istanza delle autorità italiane. Da via Arenula fanno però sapere che Israele ha apposto una riserva alla Convenzione europea di estradizione del 1957 di Parigi, in base alla quale non estrada i propri cittadini. In casi come questo, la procedura prevede che, dopo un'ordinanza di custodia cautelare, la Procura generale competente chieda al Ministero della Giustizia di diffondere le ricerche internazionali e di inserire il nominativo del destinatario della misura nella banca dati Interpol. Nel momento in cui la persona viene localizzata, la polizia o l'arresta o comunica al Ministero la localizzazione.

Il rapimento

Eitan, ricorda la Procura, "a seguito di una visita concordata tra la zia" e il nonno l'11 settembre "è stato condotto in Israele da quest'ultimo e da un terzo soggetto, poi identificato per il connazionale residente a Cipro", ossia Abutbul, "varcando il confine elvetico a bordo di un'autovettura presa a noleggio dallo stesso Peleg per giungere presso l'aeroporto di Lugano-Agno, da dove si sono poi imbarcati su un volo privato, noleggiato da una compagnia tedesca di noleggio charter al costo di 42mila euro" da Abutbul "con destinazione Tel Aviv". Gli investigatori, si legge ancora, "sviluppando e analizzando scrupolosamente i dati relativi al traffico telefonico e ogni altra informazione acquisita nel corso dell'attività di indagine, hanno riscostruito in dettaglio la pianificazione del reato da parte degli indagati, ricostruzione, peraltro, resa ardua attesi i presunti trascorsi di appartenenza militare degli indagati". Il nonno del piccolo è un ex militare in pensione. Lui e Abutbul si sono mossi, spiegano i pm, in "modo 'ombroso' sul territorio italiano con l'utilizzo anche di più autovetture a noleggio e comunicando tra loro con utenze telefoniche estere".

La nonna materna Esther, anche lei indagata nell'inchiesta dei pm pavesi, non è destinataria della misura cautelare perché, a quanto si è saputo, gli inquirenti hanno accertato che non era più in Italia l'11 settembre, giorno del sequestro, ossia era tornata in Israele prima che l'ex marito e il suo "aiutante" rapissero il piccolo. Avrebbe, comunque, partecipato alla pianificazione del rapimento assieme ai due uomini e per questo è indagata in concorso.

Per il gip sussiste pericolo di reiterazione del reato

Shmuel Peleg potrebbe rapire ancora Eitan se restasse in libertà: il pericolo di reiterazione del reato è contestato nell'ordinanza emessa dal gip di Pavia, su richiesta della Procura, e che ha portato ai due mandati d'arresto internazionali. Contestato anche il pericolo di inquinamento probatorio, mentre dai primi accertamenti risulta che l'autista israeliano lavorava per una agenzia di contractor con sede negli Usa.

“Dal nonno mancanza di pietà per il bimbo”

"Prima ancora della mancanza di discernimento e di pietà verso il piccolo Eitan da parte del nonno materno, nella diatriba familiare" è "mancato persino il pudore delle parole nell'argomentazione giuridica da parte degli operatori che assistevano l'odierno indagato", scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare. "La presente ordinanza cautelare - spiega il gip nelle 25 pagine del provvedimento - deve valere allora anche a ristabilire un minimo di senso delle cose e, se si vuole, del diritto, in una vicenda giudiziaria nella quale l'uno e l'altro sembrano essere stati smarriti di sovente; e questo perché sia finalmente detto (in ciò l'unico reale compito della giurisdizione) a una parte che sta compiendo un così grave torto a un bambino già percosso dagli eventi e dalla malasorte, in maniera, una volta tanto, semplice e diretta: non ti è lecito".

Le "capacità criminali del Peleg" "paiono potersi esplicare con geometrica potenza proprio grazie alla evidentemente consolidata sinergia con Alon Abutul Gabriel", il suo autista-aiutante nel rapimento, "le cui esperienze come soldato di ventura arruolato dalla BlackWater (compagnia militare privata tra le più importanti al mondo tanto da essere annoverata tra i contractor di riferimento del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti) gli consente di muoversi sottotraccia, ancor più in contesti assai porosi quali quelli civili, e nel più assoluto disprezzo delle leggi e della sovranità di stati esteri", prosegue il gip. Il giudice richiama l'episodio in cui Abutbul tentò di entrare persino in un'udienza "innanzi al Giudice Tutelare di Pavia" il 6 agosto e "il dato della sua pressoché certa presenza sull'aereo che l'11 settembre scorso portava l'ignaro Eitan" e il nonno a Tel Aviv "e poi ancora il suo allontanamento, a bordo dello stesso velivolo, alla volta di Cipro" dove l'uomo risiede.

“Usate tecniche di intelligence parallela”

Nel rapimento, soprattutto nel superare i controlli in Svizzera, sono state "impiegate tecniche (o forse anche solo mere e non confessabili cointeressenze) di 'intelligence parallela'", scrive ancora il gip che parla di "un certosino piano di esfiltrazione destinato, dapprima, a eludere ogni possibile investigazione o accertamento da parte delle forze di polizia" sui movimenti di Peleg "e poi, ad attuare" il rapimento di Eitan "con un'azione all'un tempo fulminea e irresistibile". Valga per tutti, al riguardo, si legge ancora, "il rilievo che questi riusciva a far superare al bambino il controllo al posto di frontiera aerea di Lugano a dispetto del fatto che sul passaporto israeliano del minore", che il nonno avrebbe dovuto restituire alla zia tutrice su ordine del giudice di Pavia, pendeva "visibile sugli archivi telematici in uso alle forze di polizia di diversi Paesi, una denuncia di smarrimento del documento presentata dalla tutrice Aya Biran, e che dovesse essere stato già inserito, per quanto tale circostanza non venisse attestata dall'autorità di controllo elvetica, il divieto di espatrio se non accompagnato dal tutore, disposto dall'Autorità giudiziaria italiana".

Viaggi in Svizzera per pianificare rapimento 

Per la Procura di Pavia "A ulteriore conferma della pianificazione del sequestro, vi sono inoltre i numerosi viaggi in Svizzera effettuati nelle giornate immediatamente precedenti l'11 settembre", giorno del rapimento, e accertati "grazie all'analisi del traffico telefonico, dove sia il Peleg", nonno materno di Eitan, "sia l'Alon Abutbul", autista "verosimilmente appartenente alla compagnia militare privata denominata 'Blackwater'", avevano "definito le fasi finali del progetto criminoso". La Procura spiega anche che "la condotta degli ex coniugi Peleg", ossia il nonno Shmuel e la nonna Esther "è stata contrassegnata anche da alcuni tentativi di corruzione al fine di agevolare il loro intento criminoso, come testimoniato da una cittadina israeliana, ormai da parecchi anni residente in Italia, la quale nel mese di luglio scorso era stata contattata telefonicamente per conto della Esther Athen Cohen", ossia la nonna materna, "con la proposta di aiutare la donna a portare il bambino in Israele in cambio di una cospicua ricompensa in denaro".

"Ostilità nei confronti della zia tutrice"

"Si è accertato, in particolare, come Shmuel Peleg e la ex moglie Esther Athen Cohen, nonni materni del piccolo Eitan" avessero "maturato nel tempo un sentimento di ostilità nei confronti della zia paterna tutore del minore Aya Biran Nirko, in quanto contrariati dalla decisione assunta dal Giudice Tutelare di affidare a quest'ultima il nipote", scrive ancora la Procura di Pavia. "Proprio in questa profonda convinzione che il nipote dovesse essere affidato alla famiglia materna e trasferito definitivamente nel suo paese di origine in Israele - spiega la Procura - trova origine il disegno criminoso messo in atto con lucida premeditazione e meticolosa organizzazione dagli indagati". E sempre "in tale ricostruzione si inserisce il coinvolgimento del connazionale" Gabriel Alon Abutbul, l'autista, "verosimilmente appartenente alla compagnia militare privata denominata 'Blackwater' e 'assunto' dai nonni materni per assisterli ed aiutarli nel loro progetto di trasferimento del piccolo Eitan in Israele".

Ieri i legali dei nonni materni di Eitan hanno chiesto al Tribunale di Pavia che la zia paterna Aya venga rimossa dall'incarico di tutrice con immediata sospensione e che venga nominato pro-tutore un avvocato terzo. Attualmente il piccolo si trova con la zia paterna in Israele.

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