Inchiesta Fanpage, pm acquisiscono filmati della seconda puntata

Lombardia

La Procura di Milano ha disposto l'acquisizione dell'intero girato del secondo capitolo dell'inchiesta sulla cosiddetta "lobby nera" e che riguarda, in particolare, una presunta "alleanza" tra il gruppo Lealtà Azione di Roberto Jonghi Lavarini ed esponenti della Lega

La Procura di Milano ha disposto l'acquisizione, attraverso il lavoro della Guardia di Finanza, dell'intero girato con cui è stata realizzata la seconda puntata dell’inchiesta di Fanpage sulla cosiddetta "lobby nera" e che riguarda, in particolare, una presunta "alleanza" tra il gruppo Lealtà Azione di Roberto Jonghi Lavarini, detto il 'barone nero', ed esponenti della Lega. Nelle immagini c'è anche la vicenda di una valigia per presunti finanziamenti illeciti, consegnata dopo un colloquio tra il cronista infiltrato e Jonghi Lavarini, ma nella quale Fanpage aveva messo in realtà dei libri.

Il filmato

Nel secondo video, andato in onda ieri anche su La7, compaiono l'ex eurodeputato leghista Mario Borghezio, il consigliere lombardo del Carroccio Max Bastoni, l'europarlamentare Angelo Ciocca e la neoconsigliera comunale milanese, sempre della Lega, Silvia Sardone, oltre a Stefano Pavesi, consigliere di zona a Milano e del movimento Lealtà Azione. Alla fine del filmato si vede la consegna (accade il 30 settembre scorso, prima delle elezioni) di un trolley ad una persona, mentre Jonghi Lavarini osserva "a distanza". Come spiega il servizio, la valigia però è "piena di libri sull'Olocausto e la Costituzione". Jonghi Lavarini, parlando col cronista, fa anche dei nomi di persone a cui dovrebbero andare i soldi, ma Fanpage li ha omissati. Tutto sarà al vaglio della Procura e si sta ragionando se si possono configurare reati per il caso della valigetta, un tema giuridico che vede al centro la figura del cosiddetto "agente provocatore".

Carlo Fidanza durante il convegno organizzato da Fratelli d'Italia dal tittolo ''Emergenza turismo'', Roma 22 giugno 2020. ANSA/FABIO FRUSTACI

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Prosegue l’attività istruttoria

Intanto, stando a quanto si è saputo, in questi giorni sta proseguendo l'attività istruttoria, con l'ascolto di testimoni, nell'inchiesta dei pm Basilone e Polizzi che vede al momento indagati per finanziamento illecito e riciclaggio il 'barone nero' e l'eurodeputato di Fdi Carlo Fidanza in relazione a presunti versamenti sospetti per la campagna elettorale per le amministrative, dopo le parole pronunciate nel primo video dai 'protagonisti', filmati a loro insaputa. Verifiche, però, sono in corso anche su profili di apologia del fascismo e ora gli inquirenti si concentreranno anche su ciò che è stato mostrato nella seconda puntata e visioneranno l'intero girato.

Ciocca (Lega): “Ho dato mandato di denunciare Jonghi Lavarini”

"Ho dato oggi mandato ai miei legali di predisporre una denuncia nei confronti di Jonghi Lavarini in caso abbia commesso un reato utilizzando il mio nome”, ha intanto spiegato all'ANSA l'europarlamentare della Lega, Angelo Ciocca, in relazione all'inchiesta giornalistica. "Ho anche dato mandato anche di predisporre denuncia nei confronti di chi abbia diffuso o diffonda false notizie su presunti comportamenti irregolari a me attribuiti danneggiando la mia immagine e la Lega”, ha aggiunto, sottolineando poi che i suoi "rapporti con Roberto Jonghi Lavarini sono inesistenti". A riprova del fatto, Ciocca ha citato un messaggio WhatsApp inviatogli da Jonghi Lavarini a fine 2020: "Non ci hai dato alcuna risposta concreta, alcun ruolo operativo e nessuno spazio politico: solo chiacchiere e sorrisi - si legge nel messaggio -. E poi sei scomparso senza farti più sentire: ce ne ricorderemo al momento opportuno. Per ora possiamo solo mandarti a fare in c...! Roberto Jonghi Lavarini con Nordestra e Sinergie". Il messaggio, riferisce Ciocca, "verrà inserito nella denuncia e dimostra i nostri non rapporti".

Bastoni: “Lealtà Azione? Rispondo solo alla Lega”

"Io rispondo alla Lega, al segretario Matteo Salvini e ai militanti della Lega. Non rispondo ad altri" ha detto all'ANSA Bastoni, in merito ai suoi rapporti con il movimento di destra Lealtà Azione. Per Bastoni, l'inchiesta giornalistica è "un chiaro copia e incolla lungo cinque anni di pedinamenti, dove esce ben poco, frasi di dieci secondi e poco altro. Fa vedere delle braccia tese che nulla c'entrano perché sono immagini di repertorio prese da altre manifestazioni". "L'ho già detto - aggiunge poi il consigliere - che non mi ritengo fascista, perché nel 2021 ritenersi fascista è fuori dal tempo, ma non la ritengo neanche un'offesa. Quindi io non entro in questa diatriba che interessa poco alla gente. Fascisti e antifascisti sono schemi da anni '70, da anni di piombo. Il problema oggi è che le famiglie degli italiani sono sempre più in crisi, non hanno i soldi per fare la spesa, non hanno il lavoro, le aziende che chiudono. Forse di questo bisognerebbe iniziare a preoccuparsi. Poi che Lealtà Azione vada a dare i pacchi alimentari alle famiglie, poco interessa alle famiglie che ricevono questo pacco. Di fascismo e antifascismo non interessa nulla a loro". In un successivo comunicato Bastoni ha spiegato di aver deciso di querelare Corrado Formigli "per avermi attribuito frasi mai pronunciate con il solo obiettivo di falsificare la realtà e istigare gli haters da tastiera che non hanno tardato a palesarsi sul mio profilo Facebook con insulti e minacce". Inoltre "ritengo responsabile anche La7 per non aver vigilato sulla trasmissione Piazzapulita in cui si è di fatto negato deliberatamente il contraddittorio. Evidentemente dopo il fallimento del giornalista di Fanpage, Salvatore Garzillo, di farmi accettare finanziamenti illeciti, han deciso di attivare una gogna mediatica nei miei confronti. Gogna mediatica che, come ha ben ricordato il Garante per la protezione dei dati personali Pasquale Stanzione, non è informazione".

Banco Alimentare: "Sospesa convenzione con struttura che ha ceduto aiuti a Lealtà e Azione"

"Banco Alimentare, dopo l'inchiesta di Fanpage andata in onda a Piazza Pulita e dopo le opportune verifiche, ha provveduto immediatamente alla sospensione della convenzione con la struttura caritativa che ha ceduto gli aiuti ricevuti da Banco Alimentare a Lealtà e Azione". Lo afferma, in una nota, l'organizzazione. "Si rimarca, a scanso di equivoci, che non c'è alcun rapporto in essere con Lealtà e Azione - viene sottolineato nel comunicato - . Banco Alimentare è parte lesa e si riserva di prendere ogni ulteriore provvedimento a tutela della propria immagine e del proprio lavoro. Il comportamento della struttura, una delle 7.600 convenzionate in tutta Italia, non è accettabile ed è assolutamente non conforme al regolamento di convenzionamento con Banco Alimentare, che vieta di utilizzare gli alimenti distribuiti per qualunque fino diverso dall'aiuto gratuito a persone in difficoltà. Ci auguriamo che un singolo episodio non intacchi 30 anni di lavoro al fianco dei più deboli".

Roborto Jonghi Lavarini in una foto d'archivio. PINO FARINACCI/ ANSA

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