Caso Eitan, zio: "Mia moglie Aya è in Israele". C'è un terzo indagato a Pavia

Lombardia

Si tratta di un 56enne israeliano indagato, oltre al nonno e alla nonna del bambino, per sequestro di persona aggravata

"Vi confermo che mia moglie Aya è già in Israele": è quanto ha detto Or Nirko, zio paterno di Eitan, il bambino unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone, in un messaggio inviato ai giornalisti che sono davanti alla sua abitazione a Travacò Siccomario, in provincia di Pavia. E' probabile che la donna, tutrice legale del bambino portato in Israele l'11 settembre scorso, sia partita già ieri sera per Israele.

L'arrivo è stato poi confermato dal portavoce Eytan Har-Or il quale ha sottolineato che "obiettivo" della signora Biran-Birko è "di riportare Eitan a casa sua in modo pacifico e senza ritardi" e che la donna è "accompagnata da funzionari diplomatici". Aya Biran-Birko dovrà ora entrare in quarantena.

"Obiettivo è il rientro di Eitan"

L'arrivo in Israele - ha continuato il portavoce - è "avvenuto a seguito del rapimento illegale di Eitan" sul quale in Italia è stata avviata una indagine penale "con il sospetto" di "circostanze aggravate". La signora Biran-Birko - ha proseguito il portavoce dopo aver ricordato che in Israele "è in corso una indagine penale nei confronti dei rapitori" - è "turbata dalle informazioni circa lo stato psicologico e mentale di Eitan e di quanto viene compiuto dai suoi rapitori nel lungo periodo che è nelle loro mani". "La casa di Eitan - ha spiegato - è in Italia". Eitan deve rientrare "senza ritardi affinché possa proseguire i suoi studi in prima elementare che aveva iniziato una settimana prima del rapimento e che aspettava con ansia e a cui si era preparato molto. E che possa proseguire le cure di riabilitazione e di sostegno mentale in corso, interrotte a causa del rapimento". "I suoi zii, i nonni in Israele e le cugine, per Eitan sorelle, i suoi compagni di studio, l'équipe medica e la Comunità ebraica aspettano il ritorno del piccolo Eitan - ha proseguito il portavoce - alla routine e alla stabilità, così importanti dopo il disastro". "La famiglia Biran - ha concluso il portavoce - chiede a tutti media di non pubblicare le immagini del minore a viso scoperto e che sia rispettata la sua privacy".

Il legale della famiglia paterna: "Israele assicuri immediato ritorno in Italia"

"Mi aspetto che lo Stato d'Israele assicuri il suo immediato ritorno in Italia, oggi. Non domani, né dopodomani", ha affermato intanto l'avvocato Avi Himi, che rappresenta la famiglia Biran, in un'intervista alla radio israeliana 103 FM. "Ovviamente mi aspetto che il nonno sia perseguito per sequestro, sta violando la legge", ha aggiunto, sottolineando che "chiunque conosca la Convenzione dell'Aja sa che spetta alle

autorità israeliane lavorare per l'immediato ritorno di Eitan in Italia".

Indagato un 56enne

Intanto c'è una terza persona indagata nel caso del presunto rapimento del piccolo Eitan. Lo scrivono oggi Il Corriere della Sera e La Provincia Pavese. Si tratta di un 56enne israeliano indagato, oltre al nonno e alla nonna del bambino, per sequestro di persona aggravata.

L'uomo era alla guida dell'auto su cui viaggiavano il nonno Shmuel Peleg ed Eitan verso la Svizzera. I tre erano stati fermati per un controllo e poi identificati dalla polizia svizzera, nei pressi dell'aeroporto di Lugano, dove Peleg ed Eitan sono saliti su un volo privato con destinazione Israele. Secondo Il Corriere il terzo indagato potrebbe essere la stessa persona che il giorno prima aveva affittato l'auto, una Golf blu, a Malpensa.

La vicenda

Il 58enne Shmuel Peleg sabato 11 settembre ha portato in Israele il nipote mettendolo su un volo privato partito da Lugano. In seguito è stato sottoposto in Israele ad una misura restrittiva scaduta venerdì scorso. 

Intanto la zia paterna, Aya Biran, ha presentato attraverso i suoi legali un'istanza che ha fatto partire la procedura della Convenzione dell'Aja sulla sottrazione internazionale di minori. E con la quale ha chiesto l'immediato ritorno in Italia del piccolo, di cui è la tutrice legale. L'udienza, inizialmente programmata per il 29 settembre a Tel Aviv, è stata anticipata al 23 settembre, come riportano i media locali.

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