L'ex premier lo ha scritto in una dichiarazione depositata al presidente del collegio definendo la decisione dei giudici di Milano di sottoporlo a una "illimitata perizia psichiatrica" come "lesiva della mia storia e della mia onorabilità"
Una decisione "lesiva della mia storia e della mia onorabilità", oltre che un "evidente pregiudizio nei miei confronti". Sono le parole usate da Silvio Berlusconi per definire la scelta dei giudici di Milano del caso Ruby ter di sottoporlo a quella che definisce una "illimitata perizia psichiatrica". L'ex premier lo ha scritto in una dichiarazione depositata al presidente del collegio, spiegando che "non posso quindi accettare questa decisione" e affermando che "si proceda, dunque, in mia assenza alla celebrazione di un processo" che definisce "ingiusto". Dopo la dichiarazione di Berlusconi, vengono di fatto annullati gli accertamenti peritali che avrebbero dovuto iniziare il 20 settembre e ora i giudici dovranno trovare ora una nuova data per far ripartire il processo.
"Decisione lesiva della mia onorabilità"
"L'ipotesi di sottopormi a una ampia e illimitata perizia psichiatrica da parte del Tribunale - scrive Berlusconi nella dichiarazione depositata oggi, tramite i suoi legali, al presidente del collegio della settima penale Marco Tremolada - dimostra, per ciò che ho fatto nella vita in molteplici settori fra cui l'imprenditoria, lo sport e la politica, un evidente pregiudizio nei miei confronti e ben mi fa comprendere quale sarà anche l'esito finale di questo ingiusto processo. Non posso quindi accettare - spiega ancora il leader di Forza Italia - tale decisione, che è lesiva della mia storia e della mia onorabilità. Si proceda, dunque, in mia assenza alla celebrazione di un processo, che neppure sarebbe dovuto iniziare, nella consapevolezza che anche successivamente verrà riconosciuta la assoluta correttezza del mio comportamento e sarò assolto da ogni accusa".
"Da pm toni inaccettabili contro di me"
La "Procura nel corso dell'udienza dell'8 settembre - scrive Berlusconi -, con toni e modi davvero inaccettabili nei confronti miei e dei medici che mi hanno per molte volte visitato, ha chiesto di disattendere" le conclusioni delle relazioni mediche della difesa, che nell'udienza di fine maggio avevano portato a un lungo rinvio del processo, e "di procedere oltre". Secondo l'ex premier la decisione di sottoporlo non solo a una perizia "cardiologica", ma anche "psichiatrica", è "al di fuori di ogni logica" e "del tutto incongrua rispetto alla mia storia e al mio presente".
"Disporre la perizia è stata una decisione sorprendente"
"Ho appreso che nel corso dell'ultima udienza tenutasi in data 15 settembre 2021 - scrive Berlusconi rivolto al presidente della settima penale Marco Tremolada - il Collegio da Lei presieduto ha ritenuto di disporre nei miei confronti una perizia per stabilire se effettivamente vi sia la mia impossibilità a partecipare al processo. La decisione appare sorprendente per più ragioni". "Innanzitutto - spiega ancora - le relazioni mediche depositate sono pervenute alle medesime conclusioni, che avevano indotto codesto Tribunale a rinviare più volte le udienze". In particolare, scrive l'ex premier che, secondo le relazioni della difesa, è in sostanza un paziente 'long covid' con problemi cardiaci acuiti dalla malattia dello scorso autunno, "si ricordi che la stessa Procura della Repubblica, in data 19 e 28 maggio 2021, chiese lo stralcio della mia posizione condividendo la fondatezza delle ragioni mediche". Istanza bocciata dai giudici. L'8 settembre, invece, i pm nel chiedere che venisse respinta l'istanza di rinvio per legittimo impedimento della difesa dissero che quello di Berlusconi è il "quadro clinico di uomo vecchio che nel corso della sua vita ha avuto tante patologie, un uomo molto vecchio con tante piccole fastidiose patologie", ma che "se non fosse supportato da una serie di medici infinita e di avvocati sarebbe qui a farsi il processo". Berlusconi fa notare anche nella dichiarazione che "nell'ambito delle consulenze depositate" dalla difesa "vi è stato anche un contributo sotto tale profilo (ossia psichiatrico, ndr), ma esclusivamente per dimostrare la correlazione che lega lo stress alla patologia cardiaca di cui sono portatore".
La perizia non si farà più
La perizia medico legale sulle condizioni di salute di Berlusconi, per la quale ieri pomeriggio i giudici avevano conferito l'incarico a un collegio di periti, non si farà più. Con la dichiarazione dell'ex premier sono venuti meno, infatti, i presupposti per i quali i giudici della settima penale l'avevano decisa, ossia il legittimo impedimento presentato l'8 settembre. Ora il collegio dovrà fissare una nuova udienza 'ravvicinata' per andare avanti col dibattimento al posto di quella 'lontana' del 17 novembre in cui si sarebbe dovuto discutere sulla perizia, dopo il deposito.
La difesa: "Pur essendo malato acconsente che dibattimento vada avanti in sua assenza"
"Pur nella persistenza del suo attuale stato di defedazione", ossia di deperimento, Silvio Berlusconi "acconsente, suo malgrado, alla prosecuzione del dibattimento in sua assenza", scrive la difesa di Berlusconi in una nota. E ciò perché "una volta appreso il contenuto del quesito peritale disposto dal Tribunale e, in particolar modo, l'ampiezza degli approfondimenti anche psichiatrici demandati, ha ritenuto, del tutto comprensibilmente, gli stessi inaccettabili". Nella nota si legge che "si tratta, inevitabilmente, di una decisione che rischia di costituire un grave vulnus per la sua difesa, in un momento particolarmente delicato del processo, pur continuandosi a confidare nel sereno accertamento dei fatti e in una rapida assoluzione da ogni imputazione".