Mattarella a Pavia per i 660 anni dell'Università: "Vaccinarsi è dovere civico e morale"

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Al momento del suo ingresso nel Cortile Teresiano dell'Università, il Presidente della Repubblica è stato accolto da un applauso delle autorità presenti, seguito dall'esecuzione dell'inno di Mameli. Poi il suo intervento: "Chi pretende di non vaccinarsi costringe tutti gli altri a limitare la propria libertà"

Dopo la cerimonia di apertura del Salone del Mobile a Milano, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato a Pavia per l'inaugurazione dell'anno accademico 2021-2022 dell'Università di Pavia, in occasione del 660° anniversario della costituzione dello Studium Generale pavese.

La cerimonia si tiene in piazza Leonardo Da Vinci alle ore 17:30. Al momento del suo ingresso nel Cortile Teresiano dell'Università, Mattarella è stato accolto da un applauso delle autorità presenti, seguito dall'esecuzione dell'inno di Mameli.

Mattarella: "Inaccettabile divario laureati fra Italia e Ue"

Il capo dello Stato ha quindi preso la parola: "Questo è uno dei doveri dell'oggi, ampliare la base di coloro che partecipano alla conoscenza, di renderla completa, senza esclusioni. È inaccettabile - ha dichiarato - il divario di percentuale di laureati fra il nostro Paese e la media europea. Questa esigenza va sottolineata oggi con maggior convinzione, dopo quello che abbiamo attraversato con la pandemia e i debiti che abbiamo con la scienza e della ricerca".  

"Vaccino dovere civico. Sottrarsi mette a rischio delle vite"

Il tema della salute come bene pubblico "richiama alla responsabilità sociale e in questo periodo al dovere, morale e civico della vaccinazione - ha poi aggiunto Mattarella -. È lo strumento che in grande velocità la comunità scientifica ci ha consegnato per sconfiggere il virus e sta consentendo di superarne le conseguenze non solo di salute ma anche economiche e sociali. Non si invochi la libertà per sottrarsi dalla vaccinazione - ha proseguito - perché quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui. Chi pretende di non vaccinarsi, con l'eccezione di chi non può farlo per salute, e di svolgere una vita normale frequentando luoghi di lavoro o svago, costringe tutti gli altri a limitare la propria libertà, a rinunciare alla propria possibilità di recuperare in pieno luoghi e modi e tempi di vita". Infine, "non posso non dire una parola sulla violenza e le minacce che affiorano in questo periodo, contro medici, scienziati e giornalisti e persone delle istituzioni, fenomeni allarmanti e gravi che vanno contrastati con fermezza, anche sanzionando con doveroso rigore", ha concluso Mattarella.

Il ministro Messa: "Da oggi riapriamo in presenza gli atenei"

Durante la cerimonia è intervenuta anche Maria Cristina Messa, ministro dell'Università e della Ricerca. "Da oggi riapriamo gli Atenei in presenza con regole dettate da un principio di responsabilità solidale. L'obiettivo è riappropriarci della socialità, della prossimità, di una più ampia libertà relazionale drasticamente ridotta durante i mesi della pandemia", ha detto il ministro. "Giorni che hanno lasciato cicatrici profonde, e, visti i dati delle ultime settimane, non consentono di abbassare la guardia - ha aggiunto il ministro -. Ma al tempo stesso non possiamo continuare a rinunciare. Dobbiamo riprenderci i luoghi, i tempi e i modi propri della nostra vita e della vita universitaria. Occorre ricominciare a frequentare e vivere le biblioteche, le aule, i laboratori, gli spazi comuni, le mense e le residenze". "Sarebbe davvero curioso, se non imbarazzante, che tutto questo venisse rallentato o addirittura ostacolato e che proprio nelle comunità universitarie trovassero accoglienza e credito fake news o teorie negazioniste sui vaccini o sulla gestione delle fasi emergenziali e post emergenziali - ha sottolineato il ministro Messa -. Un conto è il dissenso critico frutto del metodo scientifico, altro la provocazione fine a se stessa: lo spirito critico, per restare tale, deve essere libero da pregiudizi e da preconcetti. La conoscenza fuga le paure, non le alimenta. Ricordiamocelo. Perché è quanto insegniamo e impariamo in queste aule, ed è il messaggio più forte da trasmettere e condividere: la conoscenza, la ricerca sono gli unici strumenti che abbiamo per migliorarci e progredire. Strumenti con cui gestire i cambiamenti epocali cui stiamo andando incontro".

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