L'ex commercialista di fiducia della Lega, sentito nel processo milanese a carico dell'imprenditore Francesco Barachetti, ha raccontato di aver ricevuto "intimidazioni fisiche, epistolari e telefoniche" dopo l'udienza del primo luglio, quando ha iniziato a parlare in aula. La questione delle minacce è emersa quando il procuratore aggiunto ha chiesto se avesse mai "fatturato alla Lega e a Pontidafin"
Michele Scillieri, l'ex commercialista di fiducia della Lega sentito nel processo milanese a carico dell'imprenditore Francesco Barachetti sul caso Lombardia Film Commission, ha raccontato di aver ricevuto "minacce" e "intimidazioni fisiche, epistolari e telefoniche", in particolare dopo l'udienza del primo luglio quando aveva iniziato a parlare in aula. Ha sollevato il tema delle minacce "anonime" e di "tre denunce" già presentate quando il procuratore aggiunto Eugenio Fusco gli ha chiesto se avesse mai "fatturato alla Lega e a Pontidafin" e non sentendosi tranquillo non ha voluto rispondere su questo tema.
Scillieri in aula e le domande sulle fatture alla Lega
"Non voglio mancare di rispetto, né essere reticente, ma ci sono motivi per cui io non sono assolutamente tranquillo, visto che sono state depositate da me già 3 denunce", ha risposto Scillieri, che per il caso Lfc ha già patteggiato, nella parte della sua deposizione nel corso della quale il pm Fusco gli chiedeva - cosa che tra l'altro il commercialista aveva già messo a verbale nel corso delle indagini - se avesse mai "fatturato alla Lega e a Pontidafin" e incassato per prestazioni inesistenti e solo sulla carta. Ha risposto solo un breve "sì", poi aggiungendo "non ricordo l'importo". Scillieri era visibilmente provato in volto quando ha detto che "mi è successo qualcosa il 2 luglio", ossia un giorno dopo la prima udienza della sua deposizione. È intervenuto un legale dello studio Dinoia, che lo assiste, il quale ha chiarito che su questo episodio di minacce e intimidazioni anonime è stata presentata denuncia. Di quest'ultima denuncia Fusco ha detto di non essere al corrente, mentre agli inquirenti erano già arrivate altre due denunce per altri episodi simili che Scillieri avrebbe subito dall'ottobre scorso in poi, ossia da quando ha iniziato a collaborare coi pm che stanno indagando anche sui presunti fondi della Lega. "Ci sono cose più importanti", ha continuato a ripetere Scillieri e Fusco ha risposto "se lei ha ragioni per temere", assicurando che anche sull'ultima denuncia saranno fatti approfondimenti. I giudici della settima penale hanno interrotto l'udienza per decidere ora come tenere conto delle presunte minacce di cui ha riferito il teste, anche in relazione alle sue dichiarazioni già rese. Oggi Scillieri ha continuato a descrivere quell'operazione "anomala" di vendita del capannone a Lfc grazie alla quale anche i contabili della Lega Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, già condannati, hanno "intascato" parte degli 800mila euro.
Le intimidazioni a Scillieri e le indagini sui fondi neri alla Lega
Sono queste alcune delle intimidazioni e minacce ricevute a partire dallo scorso ottobre, da Scillieri. Il professionista ha raccontato delle minacce specificando che sono cominciate dopo il primo interrogatorio - reso a settembre 2020 - che ha segnato l'inizio della sua collaborazione con la procura milanese, in particolare riguardo al filone dell'inchiesta sui presunti fondi neri per il Carroccio su cui indaga anche Genova. L'aggiunto Fusco ha spiegato ai giudici che le indagini finora svolte sugli episodi di minacce e intimidazioni non hanno al momento "consentito di identificare gli autori". L'ultima denuncia, ha chiarito il legale di Scillieri, è stata depositata il 14 luglio e nel frattempo domani, come ha riferito il pm, si svolgerà al Ris di Parma l'accertamento sulla lettera recapitata al commercialista, presso il cui studio era stata anche domiciliata la 'Lega per Salvini premier'. L'ultima querela, che raccoglie anche gli episodi precedenti da ottobre in poi, oltre alle presunte minacce del 2 luglio, è stata mostrata dal legale di Scillieri ai giudici. Il collegio (presidente Ombretta Malatesta) ha fatto proseguire la deposizione di Scillieri, anche perché in relazione alle presunte fatture pagate da Lega e Pontidafin (domande sulle quali il teste si è detto "non tranquillo") sono stati acquisiti i verbali resi in indagini.
Il capannone di Cormano
È poi proseguita la deposizione del commercialista sulla vicenda 'capannone di Cormano', in fase di controesame. In mattinata Scillieri aveva ricostruito la "spartizione" dei soldi nell'affare dell'immobile che era "devastato". E ha spiegato: "Sono l'unico che è venuto a parlare, ci sono cose ben più importanti non mi chieda di più (rivolto al pm, ndr), Di Rubba e Manzoni non hanno mai pagato un centesimo a nessuno, men che meno a me". Nelle indagini ha già raccontato che erano Di Rubba e Manzoni a far 'girare' le finanze della Lega, parlando di un giro di denaro e fatture false a favore di professionisti e di società vicine al partito, al quale avrebbero poi girato una percentuale fino "al 15%".