Stilista trovata impiccata a Milano, rigettata la richiesta di una nuova perizia

Lombardia
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Il gup ha dichiarato inammissibile la richiesta della Procura di un nuovo accertamento, da svolgere con la formula dell'incidente probatorio, per stabilire le cause della morte di Carlotta Benusiglio

È stata dichiarata inammissibile la richiesta della Procura milanese di una nuova perizia medico legale, da svolgere con la formula dell'incidente probatorio, per accertare le cause della morte della stilista Carlotta Benusiglio, 37 anni, trovata impiccata con una sciarpa ad un albero, a Milano, il 31 maggio 2016. A deciderlo è stato la gup Raffaella Mascarino davanti alla quale oggi si è aperta l'udienza preliminare, rinviata al 20 settembre, in cui è accusato di omicidio l'ex fidanzato della giovane donna, Marco Venturi, il quale, attraverso i suoi legali, Andrea Belotti e Veronica Rasoli, ha chiesto il processo in abbreviato.

Le prossime udienze preliminari

La gup Mascarino, si è riservata di decidere proprio sulla richiesta di rito abbreviato avanzata dalla difesa e ha rinviato l'udienza al prossimo 20 settembre, giorno in cui è prevista la requisitoria della pm Francesca Crupi e l'intervento dell'avvocato dei familiari di Carlotta, Gian Luigi Tizzoni. Dopo di che il 4 ottobre è prevista l'arringa della difesa e il 25 ottobre la decisione del giudice.

La difesa e le accuse della Procura

"Dopo 5 anni - spiegano i due difensori, Andrea Belotti e Veronica Rasoli - finalmente si può celebrare il processo a una persona che vuol solo dimostrare di non essere il responsabile della morte della sua fidanzata". Con l'istanza di una nuova perizia medico-legale, dichiarata inammissibile, la Procura chiedeva una "nuova e più accurata analisi istologica e istochimica dei campioni contenenti materiale biologico della vittima" per accertare la "vitalità o meno delle lesioni" sul collo della stilista. Inoltre l'accusa puntava ad ottenere sia valutazioni sulla "sindrome di Eagles" che il pm Gianfranco Gallo - il precedente titolare dell'indagine - inserì nell'imputazione come causa che avrebbe accelerato il soffocamento, sia ulteriori analisi sulle "caratteristiche del nodo e delle modalità di avvolgimento della sciarpa". A tale richieste la difesa si era opposta osservando che un accertamento peritale disposto nel 2018 dal gip aveva stabilito, in sostanza, che si trattò di un suicidio. E che si sia trattato di un suicidio lo hanno sostenuto anche un secondo gip, il Tribunale del Riesame di Milano e la Cassazione che in tutti e tre i casi hanno respinto la richiesta di arresto per Venturi al quale i pubblici ministeri hanno contestato l'omicidio. L'uomo è anche accusato di episodi di stalking e lesioni ai danni dell'allora compagna, che avrebbe commesso tra il 2014 e il 2016. Contestazioni portate avanti in un'indagine aperta 5 anni fa, con il fascicolo ereditato dalla pm Crupi dopo che il collega Gallo, che aveva riaperto l'inchiesta, ha lasciato la Procura.

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