Trader milanese in carcere ad Abu Dhabi da oltre tre mesi

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Un 49enne doveva trascorrere le vacanze di Pasqua con la moglie e la figlia di poco più di tre anni, ma è stato prelevato a forza dalla National Security nella camera d’albergo dove si era trasferito in seguito al lockdown ed è stato portato in prigione lo scorso 21 marzo senza che tuttora sappia il motivo

Giuseppe Costantino, trader milanese nel settore del petrolio di 49 anni, si trova in carcere ad Abu Dhabi dallo scorso 21 marzo. L’uomo doveva trascorrere le vacanze di Pasqua con la moglie e la figlioletta di poco più di tre anni che l'avevano raggiunto a Dubai dove lavorava. Invece, davanti ai loro occhi, è stato prelevato a forza dalla National Security nella camera d'albergo dove si era trasferito in seguito al lockdown e, senza che tuttora sappia il motivo, è stato portato in prigione ad Abu Dhabi.

Un'immagine di  Andrea Giuseppe Costantino, 49 anni, trader milanese nel petrolio, da tre mesi e mezzo in prigione ad Abu Dhabi, 3 luglio 2021.
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La situazione in carcere

Il 49enne, dimagrito parecchio e molto stanco, non sa quali siano le accuse contestate: nessun mandato di arresto gli è stato mai mostrato e non è ancora riuscito a nominare un difensore d'ufficio che lo possa assistere. Gli è stato solamente concessa due o tre volte la settimana una telefonata di non più di un paio di minuti alla compagna, Stefania Giudice. Rientrata in Italia con la bimba non appena è stato possibile, la donna ha lanciato un appello sui social per chiedere aiuto per "riportare a casa Andrea".

La stanza dell'albergo completamente rivoltata
La stanza dell'albergo completamente rivoltata - ©Ansa

La testimonianza della moglie

"Più che un arresto, mi è sembrato un sequestro - ha raccontato Stefania, unica testimone del blitz -. Ero in spiaggia con la bambina e il concierge mi chiede di seguirlo in hotel, mi porta in una stanzina dove vedo Andrea circondato da 8 persone, alcune con la divisa bianca, la bimba gli salta addosso e lui dice 'mi portano ad Abu Dhabi e non so perché, chiama l'ambasciata’. Da lì è sparito in un buco nero, come se fosse stato rapito dagli alieni, io ho subito contattato l'ambasciata e l'avvocato che segue Andrea da anni. Poi ho trovato la stanza completamente rivoltata, con i materassi rigirati, vestiti sparsi ovunque, blister di medicine aperti. Una cosa delirante che ha fatto scoppiare a piangere mia figlia". Da quel momento, prosegue, "non abbiamo saputo più nulla fino al 25 marzo, quando l'ambasciata ci ha detto che era detenuto ad Abu Dhabi ma non si sapeva perché, così come non lo si sa ora".

Un'immagine della camera di albergo a Dubai, dove Andrea Giuseppe Costantino, 49 anni, trader milanese nel petrolio, e' stato arrestato dopo una perquisizione davanti agli occhi di moglie e figlioletta. L'uomo da tre mesi e mezzo e' in prigione ad Abu Dhabi, 3 luglio 2021.
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Legale trader: “Tante anomalie in questa vicenda”

"Quando lo hanno arrestato, non è stato esibito un mandato che non abbiamo ancora e che forse non è mai esistito - ha spiegato Cinzia Fuggetti, legale dell'imprenditore -. Le anomalie in questa vicenda sono tante e tali da far pensare che dietro non ci sia un fatto attribuito o attribuibile a Costantino ma qualcosa di altra natura e caratura", ha aggiunto, convinta che il caso sia riconducibile "al clima di tensione tutt'altro che latente" tra lo Stato italiano e gli Emirati Arabi. "Immediatamente ho allertato l'Unità di crisi della Farnesina, il gabinetto del ministro e, tra gli altri, anche l'ambasciatore italiano negli Emirati e quello degli Emirati a Roma - ha sottolineato -. Ma nessuna riposta o comunque notizie sul motivo dell'arresto".

Lettera dell’avvocato a Mattarella e Draghi

L'avvocato ha scritto pure al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Mario Draghi. "A questo punto credo che sia solo la politica a poter sbloccare il caso - ha continuato -. Dal momento in cui si dovesse conoscere il capo di incolpazione e qualora risultasse legato all'attività commerciale del mio cliente, sono pronta a prendere il primo volo per consegnare di persona tutti i documenti necessari al collega degli Emirati Arabi" che, nonostante non abbia ancora un mandato formale, lo difende. "Al momento non abbiamo novità - dice ancora Fuggetti -. Dal punto di vista processuale, e mi sto riferendo al codice emiratino, è tutta una grande violazione".

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