L'ipotesi di reato a suo carico è omicidio colposo. L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Camilla Repetto, è condotta dai carabinieri. Prevista per martedì l'autopsia sui corpi delle due vittime
M.D., titolare della Di.Gi.Ma. di Villanterio (Pavia), è stato iscritto nel registro degli indagati dopo l’incidente sul lavoro avvenuto ieri, costato la vita a due operai, Alessandro Brigo, 50 anni, e Andrea Lusini, 51 anni, che hanno respirato gas tossici. L'ipotesi di reato a suo carico è omicidio colposo. L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Camilla Repetto, è condotta dai carabinieri. Il titolare della ditta, specializzata nella lavorazione di scarti animali per la produzione di farine per mangimi, è stato interrogato a lungo, sino alla tarda serata di ieri, per ricostruire cosa non ha funzionato all'interno dell’azienda.
Intanto, in mattinata è stata effettuata la bonifica ambientale della vasca di contenimento dei liquami. Ats ha effettuato i rilievi tecnici sui macchinari e sulle sostanze usate con la campionatura dei liquami e dei residui di macellazione, che potranno essere utili ai fini dell'indagine. Per martedì, invece, è prevista l’autopsia sui corpi delle due vittime all'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Pavia. L'esame chiarirà con esattezza le cause del decesso.
Una prima ricostruzione
Gli accertamenti degli investigatori vogliono appurare cosa abbia provocato la diffusione nell'aria di gas velenosi. Secondo la prima ricostruzione dei fatti, Brigo è salito su una scala per raggiungere la vasca di decantazione dalla quale la parte liquida del prodotto viene aspirata per passare in un serbatoio. Probabilmente la pompa di aspirazione si è ostruita. Brigo ha cercato di sbloccarla, ma la manovra ha provocato la fuoriuscita dei gas che gli hanno fatto perdere i sensi. In suo soccorso è intervenuto Lusini, che però si è subito sentito male. Quando sono arrivati gli operatori del 118, ormai non c'era più nulla da fare. Lo stesso titolare dell'azienda ha parzialmente respirato i gas velenosi, ed è stato costretto a uscire all'esterno. Prima di andare in caserma per essere interrogato dai carabinieri, è stato sottoposto a un controllo medico su un'ambulanza del 118. L'indagine della Procura di Pavia vuole verificare anche se siano state rispettate le norme sulla sicurezza, a partire dall'uso delle maschere anti-gas.