Si tratta di una ex infermiera di 31 anni e del suo ragazzo di 32. I due erano in possesso degli strumenti e delle formule chimiche per sintetizzare la dimetiltriptammina, una sostanza allucinogena che veniva estratta dalla radice di mimosa
Una ex infermiera di 31 anni e il fidanzato, peruviano di 32 anni, sono stati arrestati per spaccio e produzione di droga dagli agenti della Squadra mobile di Milano, che nel loro appartamento e in cantina hanno trovato un piccolo laboratorio chimico. I due erano in possesso degli strumenti e delle formule chimiche per sintetizzare Dmt (dimetiltriptammina), una sostanza allucinogena che ricavavano estraendola dalla radice di mimosa attraverso un processo chimico che prevede l'uso di etere di petrolio.
Le indagini e gli arresti
Gli investigatori dell'antidroga, diretti da Massimiliano Mazzali, sono intervenuti alle 16.30 di lunedì scorso in via De Sanctis, dove sospettavano potesse esserci un pusher attivo. Quando hanno visto la 31enne uscire dal portone e salire in auto l'hanno seguita in via Mazzini, dove la donna ha atteso qualche minuto l'arrivo di una ragazza, entrata e uscita dalla vettura in pochi secondi. I poliziotti hanno assistito alla consegna della dose e poco dopo hanno fermato la cliente. Un'altra squadra ha invece bloccato la pusher in via Marco Aurelio, trovandole nella borsa 3 grammi di cocaina, 2 grammi di Mdma, 11 grammi di ketamina, 4 pasticche di ecstasy, un ricettario medico con tanto di timbro (risultato rubato nel maggio 2020 a un dottore che lavora in un Sert) e un quaderno con alcune formule chimiche. La perquisizione è proseguita nell'appartamento in via De Sanctis dove conviveva con il fidanzato peruviano, pregiudicato per droga. In casa c'erano 15 grammi di ketamina, 52 grammi di hashish, un chilo di sostanza da taglio (si sospetta mannitolo, usato per la cocaina) e 2 etti in polvere di radice di mimosa, una sostanza molto insolita per il mercato milanese. La sostanza era comparsa nei radar degli investigatori lo scorso primo aprile per un sequestro a Malpensa di 60 chili di corteccia proveniente dal Brasile. È infatti nota col nome di "droga dello sciamano" perché utilizzata da tribù indigene per avere esperienze allucinogene molto intense. Non risultano comunque collegamenti tra il carico scoperto all'aeroporto (che sarebbe stato destinato in Puglia) e la coppia di via De Sanctis, che nella propria cantina nascondeva altri 210 grammi di cocaina, 160 grammi di ketamina e un frullatore utilizzato per mischiare le sostanze. Secondo quanto riferito dagli investigatori, la donna ha lavorato come infermiera in strutture di Bergamo e Milano fino al 2018 e sono in corso accertamenti per chiarire se questa interruzione sia collegata all'attività di spaccio.