Covid, Moratti: "Lombardia mai discostata da piano vaccinale"

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Così l'assessora al Welfare della Lombardia e vicepresidente della Regione: "Abbiamo somministrato quasi un milione di dosi agli over 80 e siamo al primo posto per copertura vaccinale di quelle persone così duramente colpite dal Covid in questi mesi"

"La Lombardia non si è mai discostata dal piano vaccinale nazionale e dalle priorità indicate. Siamo stati i primi a completare la prima dose agli operatori sanitari e agli ospiti delle residenze per anziani. Abbiamo somministrato quasi un milione di dosi agli over 80 e siamo al primo posto per copertura vaccinale di quelle persone così duramente colpite dal Covid in questi mesi". Così l'assessora al Welfare della Lombardia e vicepresidente della Regione, Letizia Moratti, a Il Corriere della Sera dove evidenzia la necessità di puntare sulla medicina territoriale, e in più avanza la proposta di un Centro di coordinamento nazionale per la prevenzione delle malattie infettive. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - QUANDO MI VACCINO? - LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA - LA SITUAZIONE A MILANO - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)

Le dichiarazioni

Sui disguidi legati alle mancate prenotazioni: "Ho avuto da subito molti dubbi su Aria, un sistema che non operava in cloud. Con le gravi criticità emerse ho deciso il cambiamento. L' affidamento a Poste italiane, senza costi, mi sta dando ragione". In questi primi cento giorni "ho già compiuto molte scelte, resto convinta di quel che ho fatto. Persino della tanto criticata, ma certamente fraintesa e strumentalizzata, frase sul Pil; la mia era una riflessione che voleva tener conto delle attività produttive, naturalmente avendo messo in sicurezza le categorie più fragili". La lezione del Covid è "rafforzare la medicina sul territorio. La pandemia ha evidenziato la necessità delle cure primarie, della valorizzazione dei medici di medicina generale, la necessità di aggregazioni in cooperative e la creazione di ambulatori in sinergia e in diretto collegamento con gli ospedali; in Lombardia puntiamo a diventare punto avanzato di ricerca biomedica e anche di mettere a frutto il know how che dolorosamente ci siamo costruiti sulle malattie infettive. Nelle linee di programma c'è un Centro di coordinamento nazionale per la prevenzione delle malattie infettive". 

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