Milano, truffa sui diamanti: chiesto processo per 110, anche 4 banche

Lombardia

L'inchiesta riguarda la presunta maxi truffa sull'acquisto di diamanti a prezzi gonfiati, con profitti illeciti per quasi 500 milioni di euro, ai danni di migliaia di investitori tra cui anche vip come Vasco Rossi

Il pm di Milano Grazia Colacicco ha chiesto il rinvio a giudizio per 105 persone e 5 società, tra cui Banco Bpm, Unicredit, Mps e Banca Aletti, per la presunta maxi truffa sull'acquisto di diamanti a prezzi gonfiati, con profitti illeciti per quasi 500 milioni di euro, ai danni di migliaia di investitori tra cui anche vip come Vasco Rossi e l'imprenditrice Diana Bracco. Oltre 600 le persone offese individuate (l'episodio che riguarda il cantante è prescritto in quanto risale al 2010).

E' stata stralciata la posizione di Intesa Sanpaolo e di Diamond Private Investment spa in vista del patteggiamento, già concordato con la Procura. 

Gli indagati

Chiesto il processo, tra gli altri, per Intermarket Diamond Business spa, Maurizio Faroni, ex ad di Banca Aletti e poi ex dg di Banco Bpm (si è dimesso quando è emersa l'indagine) e Maurizio Sacchi, ai tempi titolare della Dpi, società allora leader nel settore attiva soprattutto nel Nord Italia. I reati contestati a vario titolo sono truffa aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio. Le persone giuridiche rispondono in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. 

Tra le 105 persone fisiche di cui il pm Colacicco ha chiesto il processo ci sono, oltre a Franco Novelli, amministratore della Idb spa fino al fallimento dichiarato nel gennaio 2019, anche Maurizio Zancanaro, dal 2001 al 2018 prima dg e poi ad di Banca Aletti, e molti ex dirigenti o funzionari o direttori di filiali.

La truffa

A quanto ricostruito, migliaia di risparmiatori sarebbero stati "sollecitati" a sottoscrivere contratti di acquisto dei diamanti - presentati come un "bene rifugio" in cui investire e garantendo rendimenti irrealistici, superiori a titoli di Stato o all'oro - per un prezzo notevolmente maggiore rispetto al reale valore. E questo anche attraverso "false quotazioni". 

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