Milano, violentò donna in strada: incastrato 14 anni dopo da Dna

Lombardia

La svolta nelle indagini sul cold case è arrivata grazie alla corrispondenza del profilo genetico trovato su alcuni mozziconi di sigaretta repertati all'epoca della violenza e il tampone salivare eseguito nel carcere di San Vittore, dove l'uomo è detenuto per altri reati

Un uomo di 49, in carcere dal 2017 per vari reati, è stato individuato dai carabinieri di Milano come l'autore di una violenza sessuale avvenuta 14 anni fa in strada a Milano ai danni di una donna che si stava recando al lavoro. La svolta nelle indagini sul cold case è arrivata grazie alla corrispondenza del profilo genetico trovato su alcuni mozziconi di sigaretta repertati all'epoca della violenza e il tampone salivare eseguito nel carcere di San Vittore all'uomo di origini algerine.

Le indagini

Nel corso dei rilievi la Scientifica aveva raccolto alcuni mozziconi di sigaretta su cui era stato trovato materiale genetico identico a quello emerso dal tampone vaginale della vittima. Non era però stato possibile rintracciare l'autore e le indagini erano state archiviate. Il 30 novembre 2020, appunto a distanza di 14 anni, il Ris di Parma ha comunicato che la Banca Dati Nazionale Dna aveva accertato un match tra il profilo del Dna maschile trovato all'epoca e quello estrapolato dal tampone salivare eseguito all'indagato a San Vittore. E' stato così possibile riaprire le indagini, al termine delle quali i carabinieri hanno rintracciato l'indagato. Nell'ambito dell'inchiesta diretta dal procuratore aggiunto Maria Letizia Mannella e dal sostituto procuratore Alessia Menegazzo, i militari del Nucleo Operativo della compagnia Milano Porta Monforte hanno eseguito nei confronti dell'uomo - senza fissa dimora, irregolare e con precedenti penali - l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Tommaso Perna. Violenza sessuale e rapina aggravata le accuse nei suoi confronti.

Violenza sessuale avvenuta nel 2006

I fatti risalgono al 20 agosto 2006, quando alle 6 del mattino la donna si presentò alla clinica Mangiagalli sotto choc, raccontando di essere stata aggredita da uno sconosciuto mentre a piedi andava alla fermata dell'autobus per recarsi al lavoro. L'uomo si era avvicinato con la scusa di chiederle l'ora e, dopo averla bloccata e tappato la bocca, l'aveva trascinata in un'area dismessa, dove l'aveva costretta a subire la violenza sotto la minaccia di colpirla con una grossa pietra. Prima di allontanarsi le aveva anche rubato la catenina d'oro, 20 euro e il cellulare.

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