Fondi Lega, il presunto prestanome chiede di patteggiare

Lombardia

Luca Sostegni, arrestato lo scorso luglio e ora ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sulla Lombardia Film Commission e sulla creazione di fondi neri, ha chiesto di patteggiare una pena a 4 anni e 10 mesi di carcere e una multa di 1.000 euro

Ha chiesto di patteggiare 4 anni e 10 mesi di carcere e una multa di 1.000 euro, Luca Sostegni, il presunto prestanome finito in carcere a luglio scorso e da un paio di settimane ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta della procura di Milano sulla Lombardia Film Commission e sulla creazione di presunti fondi neri per la Lega. L'istanza di patteggiamento, concordata con i pm ancora in fase di indagine, è stata depositata stamane dal difensore di Sostegni, Giuseppe Alessandro Pennisi, e prevede il versamento, a titolo di risarcimento, di circa 20mila euro. Il 62enne, che ha collaborato alle indagini, potrebbe diventare teste chiave in dibattimento.

Tre indagati non rispondono ai pm

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Francesco Barachetti, l'imprenditore bergamasco indagato nell'inchiesta della Procura di Milano sulla Lombardia Film Commission. Il suo interrogatorio davanti al procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi si è aperto e chiuso nel giro di quattro minuti. Come preannunciato dal suo avvocato, Matteo Montaruli, l'imprenditore, che è agli arresti domiciliari, ha scelto di non rispondere alle domande dei magistrati, stessa strategia seguita oggi da altri due indagati interrogati, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, i due revisori contabili del Carroccio in Parlamento, anche loro ai domiciliari. Il Tribunale dei Riesame ha poi rigettato la richiesta, avanzata dalla difesa di Baracchetti, di revoca dei domiciliari eseguiti lo scorso 13 novembre. L'imprenditore vicino al Carroccio, ex consigliere comunale di un comune della Val Seriana, risponde di concorso in peculato ed emissione di false fatture.

Le indagini della Procura su conti e società

Manzoni e Di Rubba, i revisori contabili per la Lega in Parlamento, tramite una delle loro società, la Dea Consulting, avrebbero avuto la piena operatività anche sui conti della Eco srl, società formalmente intestata al geometra Pierino Maffeis ma di fatto amministrata da Francesco Barachetti, l'imprenditore ai domiciliari da tre settimane e a cui sono stati commissionati i lavori sia nel capannone di Cormano sede della Lombardia Film Commission sia nella sede milanese del Carroccio, in via Bellerio. Questo è quel che risulta da una annotazione della Gdf depositata nell'indagine. Approfondimenti che ora fanno ritenere la Eco una società 'schermo', e Barachetti un'altra "testa di paglia". Tale ricostruzione, nell'ipotesi investigativa, si inserisce nel quadro dipinto da Michele Scillieri, il commercialista, pure lui ai domiciliari, che interrogato sabato scorso ha parlato del 'sistema di retrocessioni' al partito spiegando, è il senso delle sue dichiarazioni, che Di Rubba e Manzoni avrebbero fatto 'girare' le finanze della Lega.

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