Covid, pronto soccorso Lombardia: “Serve lockdown nazionale”

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Guido Bertolini, responsabile del Coordinamento Covid-19, lancia l’allarme: “La situazione nei pronto soccorso è drammatica, non solo in Lombardia, ma ovunque a livello nazionale. Le misure prese dal Governo sono troppo blande. Non servono a contenere il fenomeno mostruoso che abbiamo di fronte”

Alla luce della crescita esponenziale della curva dei contagi, “l’unica cosa che si può fare è chiudere tutto, un lockdown a livello nazionale. La situazione nei pronto soccorso è drammatica, non solo in Lombardia, ma ovunque a livello nazionale”. A lanciare l'allarme è Guido Bertolini, responsabile del Coordinamento Covid-19 per i reparti dei pronto soccorso lombardi. “Se vogliamo fermare l’epidemia - ribadisce - ora è il momento di chiudere tutto, non c'è altra strada. Se si fosse fatto qualcosa prima, quando lo si doveva fare, si sarebbero potute prendere misure più soft, ma ora non si può più e le misure prese dal Governo sono troppo blande. Non servono a contenere il fenomeno mostruoso che abbiamo di fronte”, afferma. (CORONAVIRUS: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEL CONTAGIO - LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA)

Situazione difficile a Milano e Monza

Nei pronto soccorso della Lombardia “la situazione più difficile è a Monza e Milano, ma anche in tutte le altre città la crescita è esponenziale”, spiega Bertolini, il quale si dice preoccupato per il fatto che, a differenza di marzo, questa volta "non c'è comprensione di ciò che sta succedendo da parte della popolazione, che non capisce”.

Per Bertolini, lasciare aperte le attività "non significa far correre l'economia. Le conseguenze economiche sarebbero comunque enormi lasciando aperto. Chiudere mette in difficoltà tantissime categorie, che la politica ha il dovere e il compito di tutelare. Se si tergiversa ancora, ci troveremo davanti all’irrimediabile”, dice.

Il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, durante la conferenza stampa per illustrare i dati relativi alle coperture vaccinali dell'anno 2017 presso il Ministero della Salute, Roma, 24 aprile 2018. ANSA/CLAUDIO PERI

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“Vicini al collasso”

"Il sistema assistenziale soprattutto in alcune aree della Lombardia è vicino al collasso. I modelli matematici più accreditati prevedono una crescita degli infetti esplosiva in poco tempo. Solo gli interventi preventivi potranno ridurre l'impatto sulla mortalità della popolazione”, continua Bertolini, raccomandando ai cittadini la necessità di ridurre “al minimo i contatti sociali” e adottare “sempre le più importanti misure di prevenzione: mascherine, distanziamento e lavaggio delle mani".

"L'aumento repentino dei contagi - continua - ha raggiunto il livello soglia che determina uno stress sul sistema ospedaliero", che significa "fare i conti con un aumento quotidiano 'esponenziale' di malati Covid che arrivano in Pronto Soccorso. Alcuni di loro hanno urgente bisogno di ossigeno per respirare e talora di presidi ventilatori. Ma in molti casi non trovano possibilità di ricovero immediato per l'assenza di letti disponibili e restano per 24-48-72 ore (ma a volte ancor di più) nell'area del Pronto Soccorso in attesa di una destinazione". 

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