I reati contestati sono anche turbata libertà degli incanti, truffa ai danni dello Stato, reati tributari e autoriciclaggio delle somme indebitamente percepite. La guardia di finanza ha requisito 5 società immobiliari a lui riconducibili e di altri 4 indagati
Un costruttore del Bormiese, in Valtellina, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Sondrio in una indagine che ha portato al sequestro, in corso, di beni per oltre 31 milioni di euro nei confronti dell'imprenditore, di 5 società immobiliari a lui riconducibili, e di altri quattro co-indagati. I reati contestati sono corruzione, turbata libertà degli incanti, truffa ai danni dello Stato, reati tributari e autoriciclaggio delle somme indebitamente percepite. I finanzieri del Comando Provinciale di Sondrio hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del capoluogo valtellinese, Antonio De Rosa, su richiesta della Procura della Repubblica.
Le indagini
Le indagini hanno fatto emergere un complesso ed articolato sistema di interazioni tra imprenditori edili, funzionari pubblici e consulenti fiscali della zona. Nei confronti dell'imprenditore, ritenuto principale artefice dei reati e mente di numerose condotte illecite, è stata riconosciuta l'esigenza della custodia cautelare in carcere per pericolo di recidiva e pericolo di inquinamento delle prove.
L’operazione “Montecarlo”
Le indagini nell'ambito dell'operazione denominata "Montecarlo", condotte dai militari della Tenenza di Bormio, hanno fatto emergere - si legge in una nota - "un inquietante quadro sociale che vedeva da un lato cessioni di denaro ed esecuzioni di lavori di costruzione a titolo gratuito o caratterizzati da una scontistica particolarmente generosa in favore di numerosi soggetti aventi funzioni e cariche pubbliche, dall'altro lato concessioni edilizie da parte di persone compiacenti". "Tali condotte - spiega il colonnello Antonello Reni, comandante provinciale GdF di Sondrio - hanno permesso all'imprenditore arrestato di conseguire un ingente vantaggio economico, consistito nella vendita di complessi residenziali realizzati in forza delle predette concessioni e trasferito su conti correnti in Svizzera, in modo da ostacolarne l'identificazione della provenienza delittuosa e impiegarlo in ulteriori attività economiche e finanziarie".