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Catturata in Siria Alice Brignoli, la "foreign fighter" italiana

Lombardia
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La donna era stata localizzata dal personale del Ros che, recatosi nel territorio di quello Stato, è riuscito anche a rintracciare i figli minori della donna e a rimpatriare l'intera famiglia in Italia

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I Carabinieri del Ros, impegnati nell'operazione "Match" a cui ha collaborato anche l'Fbi, hanno arrestato in Siria Alice Brignoli, cittadina italiana, indagata per il delitto di associazione con finalità di terrorismo internazionale. L'ordinanza è stata firmata dal gip Manuela Cannavale. La donna era stata localizzata in Siria dal personale del Ros che, recatosi nel territorio di quello Stato, è riuscito anche a rintracciare i figli minori della donna e a rimpatriare l'intera famiglia in Italia. Brignoli è in carcere a San Vittore e sarà interrogata domani dal gip, mentre i suoi figli sono stati affidati ai Servizi Sociali del Comune di Milano. La madre, se lo vorrà, potrà vederli periodicamente.

Le indagini

Le indagini del Ros dei carabinieri (coordinate dal capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili e dal pm Francesco Cajani) hanno accertato che nel 2015 Brignoli, con il marito Mohamed Koraichi (cittadino italiano di origine marocchina e che, a quanto appurato con prova certa dagli inquirenti dell'Antiterrorismo, è morto in Siria a causa di una malattia all'intestino) e i loro tre figli minori, avevano lasciato l'Italia per raggiungere i territori occupati dall'autoproclamato "Stato Islamico". Lì Koraichi ha preso parte alle operazioni militari del Califfato, mentre la moglie ha ricoperto un ruolo attivo nell'istruzione dei figli alla causa del jihad. Brignoli, stando a quanto appreso nel corso delle indagini, si è detta "felicissima" di tornare in Italia assieme ai suoi 4 figli (uno è nato in Siria).

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La vicenda

La vicenda di Alice 'Aisha' Brignoli e Mohamed Koraichi, i cui nomi erano finiti nell'elenco dei foreign fighters italiani, è emersa a maggio del 2015 quando la madre della donna ne ha denunciato la scomparsa. La coppia aveva portato in Siria i tre figli, il più grande di sette anni all'epoca e il più piccolo che aveva solo un anno e mezzo. 'Aisha', così si faceva chiamare Alice Brignoli dopo la conversione, e suo marito Mohamed (quando sono partiti avevano rispettivamente 39 e 31 anni), secondo quanto ricostruito, avevano iniziato il percorso di radicalizzazione nel 2009, in concomitanza con la nascita del primo figlio: lei ha iniziato ad indossare il velo e a studiare l'arabo, lui si è fatto crescere la barba e sempre più spesso si faceva vedere in giro con una tunica bianca. Con il passare del tempo i due hanno tagliato i ponti con le famiglie e a maggio del 2015 sono partiti. Prima tappa la Turchia, da dove poi hanno raggiunto la Siria. Quando è entrata nell'appartamento della figlia a Bulciago, nel Lecchese, la madre di Aisha ha trovato solo un messaggio: "Sono partita, non mi cercate, non torno". I due erano finiti tra i sei destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito di un blitz di Digos e Ros dell'aprile del 2016 che portò all'arresto di 4 persone: Abderrahim Moutaharrik (pugile e campione di 'muay thai' legato all'Isis e che nelle intercettazioni diceva di essere disposto a commettere attentati in Vaticano), la moglie Salma Bencharki, Abderrahmane Khachia e Wafa Koraichi (sorella di Mohamed, il marito di Alice Brignoli morto in Siria).

Pm pool antiterrorismo: "Una bellissima storia italiana"

"È una bellissima storia italiana, che evidenzia anche le grandi capacità delle forze dell'ordine italiane e la forza della cooperazione internazionale". Così il capo del pool antiterrorismo milanese, il pm Alberto Nobili, parlando con l'Ansa a proposito della vicenda di Alice Brignoli.

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L'operazione "ha riportato alla vita 4 bambini e una mamma"

"Ha riportato alla vita quattro bambini e una mamma" l'operazione che ha consentito alla Procura di Milano di riportare dalla Siria in Italia Alice Brignoli. A sottolinearlo è il pm a capo del pool Antirerrorismo della Procura di Milano, Alberto Nobili, in una conferenza stampa con il procuratore Francesco Greco, il comandane generale del Ros generale Pasquale Angelosanto, e il comandante del Reparto operativo speciale di Milano, Andrea Leo. "Nei campi esiste ancora un forte controllo dell'Isis che vuole addestrarli - ha detto Nobili - come é successo con questi bambini". Per il comandante generale del Ros, Pasquale Angelosanto, l'operazione é importante in quanto "consentirà a bambini che l'Isis ha cercato di addestrare di essere 'deradicalizzati' e tornare a una vita normale".