Il dipartimento antiterrorismo del capoluogo lombardo ha chiuso l’inchiesta e richiesto il rinvio a giudizio per il capo degli ‘Irriducibili’ della curva biancoceleste e altri tifosi. Il 24 aprile del 2019, a due passi da Piazzale Loreto, i tifosi esposero una scritta in onore a Benito Mussolini, gridando più volte ‘presente’ e facendo saluti romani
Rischiano il processo per manifestazione fascista il capo degli 'Irriducibili' della curva della Lazio, C.C., 54 anni, e altri ultras biancocelesti per il blitz del 24 aprile del 2019, nel quale alcune decine di ultras laziali in corso Buenos Aires, a due passi da Piazzale Loreto, piazza simbolo della Resistenza milanese e nazionale, hanno esposto uno striscione in onore a Benito Mussolini, gridando più volte il 'presente' e facendo saluti romani. Il dipartimento antiterrorismo della Procura, guidato da Alberto Nobili, ha chiuso, infatti, l'inchiesta coordinata dal pm Leonardo Lesti e condotta dalla Digos contestando l'articolo 2 della Legge Mancino a C.C. e ad altri ultras (quattro o cinque, quelli che sono stati individuati grazie ai filmati) e poi ha chiesto il rinvio a giudizio (deve essere fissata l'udienza preliminare).
I daspo
Nei confronti degli ultras del gruppo ‘Irriducibili’ della Lazio venne emesso un daspo. La decisione era stata presa dal questore del capoluogo lombardo, Sergio Bracco. Il Tar della Lombardia aveva invece sospeso il daspo emesso nei confronti di Claudio Morra, uno dei leader dei Boys della curva interista: era stato trovato in possesso di un manganello telescopico durante i controlli degli agenti della Digos, effettuati proprio il 24 aprile del 2019.