L’operazione è stata eseguita questa mattina dalla polizia. Il leader del gruppo “Curva Sud” è stato sottoposto anche a sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. L’intervento fa seguito al sequestro di beni avvenuto sempre nei confronti dell'uomo il 24 giugno 2019
La polizia, a Milano, ha eseguito una nuova confisca nei confronti dei beni di Luca Lucci, 39 anni, detto il “toro”, capo degli ultras del Milan e leader del gruppo “Curva Surd”. Lo riporta quest’oggi anche il Corriere della Sera nella sezione milanese. I giudici della Sezione misure di prevenzione di Milano, presieduta da Fabio Roia, nel provvedimento di 94 pagine hanno scritto che il soggetto è "socialmente pericoloso" e deve rimanere fuori dai "comuni di Milano e Sesto San Giovanni", "mantenersi ad almeno 3 chilometri di distanza" dagli stadi di tutta Italia per i prossimi tre anni e avrà l'obbligo di dimora tra le 22 e le 7. Lucci, pluripregiudicato, è stato coinvolto in passato in diverse indagini relative a droga e aggressioni.
Il sequestro
Gli agenti della Divisione Anticrimine della Questura, nelle prime ore di questa mattina, hanno eseguito la confisca e hanno sottoposto il soggetto a sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per tre anni. L’operazione segue il sequestro dei beni di Lucci, avvenuto lo scorso 24 giugno 2019: in quell’occasione, al capo degli ultras erano stati sottratti un milione di euro. Tra i beni confiscati, anche 11 rolex che teneva in una cassetta di sicurezza, una villetta di due piani, con autorimessa e piscina, in costruzione a Scanzorosciate (in provincia di Bergamo), diversi conti correnti e un'Audi Q5
La confisca del "Clan 1899"
Tra i beni confiscati anche il "ramo aziendale relativo all'attività di somministrazione di alimenti e bevande" del "Clan 1899", locale storico a Sesto San Giovanni (in provincia di Milano) di ritrovo degli ultras della curva sud milanista. Un locale che, secondo i giudici Roia-Tallarida-Pontani, era anche "base operativa per riunioni" su traffici di droga, in cui sarebbe stato coinvolto lo stesso Lucci, diventato noto anche per essere stato fotografato il 16 dicembre 2018 con l'allora vicepremier Matteo Salvini in occasione della festa per i 50 anni della Curva Sud.
"Manager Milan aveva rapporti costanti con Lucci"
Nell'ambito del procedimento davanti ai giudici, come si legge nel provvedimento, Fabio Pensa, "manager del Milan incaricato dei rapporti con la tifoseria e le forze dell'ordine da circa cinque anni, ha riferito di aver rapporti costanti con Lucci per la comunicazione dei dati alle Questure e la Digos in vista delle riunioni settimanali prepartita", spiegando che "non ci sono stati reali problemi".
"Capo indiscusso degli ultras"
Lucci, scrivono i giudici, è "capo carismatico ed indiscusso della tifoseria ultras, riconosciuto ed investito come tale da un altro leader storico come Capelli", detto il 'Barone' e che ha anche testimoniato nel procedimento, chiamato dal difensore Jacopo Cappetta. Lo stesso Capelli ha chiarito che a Lucci "per imporsi basta la 'persona'" in un ambiente, scrive il tribunale, "dominato da rapporti di forza e in cui la conquista di una posizione di potere non può che avvenire" attraverso "gesti violenti che, anziché essere deprecati, contribuiscono a rafforzare e consolidare la popolarità di chi li commette". Lucci, tra le altre cose, venne arrestato nel 2009 e condannato per lesioni gravissime per un pugno al volto al tifoso interista Virgilio Motta, che perse la vista e poi si suicidò. I giudici, inoltre, hanno deciso di non riconoscere il credito su un mutuo concesso a Lucci dalla "Banca popolare di Milano-Banco Bpm spa", perché l'istituto di credito, scrivono, "concesse il mutuo nonostante nella pratica fosse stato segnalato che" il capo ultrà "era oggetto di indagini penali".
Capo Divisione Anticrmine: "Risultato importante"
"È un risultato importante", ha commentato il capo della Divisione Anticrimine Alessandra Simone. "Ora i beni torneranno allo Stato. Abbiamo dimostrato che il tenore vita di Lucci era assolutamente sproporzionato" e che la sua "enorme quantità di denaro era frutto di traffici illeciti".