Milano, truffa diamanti: arrestato imprenditore

Lombardia
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L'operazione è uno sviluppo dell'inchiesta sulla truffa dei diamanti coordinata dal pm Grazia Colacicco, che ha visto tra le vittime anche Vasco Rossi e Diana Bracco

La guardia di finanza di Milano ha arrestato M.S., titolare di Dpi, società nel settore della promozione della vendita di diamanti attiva soprattutto nel Nord Italia, con l'accusa di autoriciclaggio.

L'inchiesta

L'operazione è uno sviluppo dell'inchiesta sulla truffa dei diamanti coordinata dal pm Grazia Colacicco, che ha visto tra le vittime Vasco Rossi, Diana Bracco, Federica Panicucci e Simona Tagli. L'indagine nel febbraio 2019 aveva portato al sequestro di beni per oltre 700 milioni, nonché nel gennaio 2020 al sequestro di quote societarie e attività finanziarie per circa 34 milioni di euro.

L'arresto dell'imprenditore Pesce

Nei giorni scorsi era stato arrestato l'imprenditore Nicolò Maria Pesce, 43 anni, milanese che opera nel settore finanziario con società di consulenza: anche in quel caso avrebbe riciclato oltre 20 milioni di euro, una porzione dei presunti profitti illeciti per circa 500 milioni di euro scoperti nell'indagine 'Crazy diamond' che è stata chiusa nei mesi scorsi, in vista della richiesta di processo, a carico di 87 persone e sette società, tra cui alcune banche.

Il presunto legame con il titolare di Dpi

Pesce è accusato di aver ricevuto "in più tranche" da M.S. oltre 20 milioni di euro da ripulire e sarebbe stato a conoscenza "delle vicende giudiziarie" in cui era coinvolto. Vicende di cui parlava con l'avvocato ed ex senatore di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, arrestato a dicembre in un'inchiesta sulla 'ndrangheta, prima legale dello stesso M.S. In un'intercettazione del febbraio 2019 agli atti dell'inchiesta, Pittelli "informava" Pesce di un sequestro: "Dpi sequestrata ... questa mattina ... un gran casino c'e' anche il riciclaggio (...) quindi fai attenzione". E ancora: "La questione di Sacchi e' molto molto seria e lui non capisce nulla". E Pesce replicava: "Lui deve stare fermo e zitto adesso".

Gli sviluppi

Gli ulteriori sviluppi investigativi hanno consentito di ricostruire una complessa operazione di riciclaggio, "strutturata" con il contributo di Pesce, per occultare, attraverso l'interposizione di società operanti nel Centro e nel Nord Italia nei più diversificati settori economici, parte dei proventi della truffa realizzata ai danni dei risparmiatori.

Denunciata la compagna dell'imprenditore

Intanto i militari della Guardia di Finanza di Osimo (in provincia di Ancona) hanno denunciato la compagna di M. S. per un'operazione di riciclaggio da dieci milioni e mezzo di euro. Si tratta di denaro, secondo gli investigatori, frutto delle attività illecite dell'imprenditore nella commercializzazione di diamanti come bene rifugio, denaro poi fatto rientrare in Italia e 'ripulito' con sofisticate operazioni finanziarie. Circa 2,5 milioni di euro sono stati impiegati per l'acquisto di una villa con piscina a Porto Recanati (in provincia di Macerata), che è stata poi sequestrata (il provvedimento è stato confermato anche in Cassazione). Altri 7 milioni di euro sono stati utilizzati da M. S. per regolarizzare, attraverso l'istituto del ravvedimento operoso, la propria posizione fiscale. Con l'operazione '100 carati' i militari della Tenenza di Osimo hanno sviluppato autonomamente elementi informativi pervenuti dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria. 

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