Notificati anche nove divieti di dimora. Le misure cautelari emesse dal Gip di Brescia, su richiesta del Pubblico Ministero Marzia Aliatis, sarebbero scattate in base "alla spregiudicatezza degli indagati, che, talvolta, portavano avanti il loro business illecito, approfittando anche di permessi premio, periodi di affidamento in prova e di altri benefici, in violazione con i pregressi regimi cautelari"
Cinque le persone in carcere e altre nove quelle raggiunte dalla misura del divieto di dimora nel comune di Brescia. È il bilancio dell'operazione compiuta stamattina dalla polizia nell'ambito dell'inchiesta su un'importante rete di spaccio di hashish, cocaina ed eroina nel Bresciano. Durante le indagini sono state accertate 478 cessioni di droga.
L'inchiesta
L'indagine è nata da un tentato omicidio, avvenuto il 25 settembre 2018, quando un uomo di origini tunisine è stato raggiunto da un colpo d'arma da fuoco per un regolamento di conti nell'ambito della locale rete del traffico di stupefacenti. I due aggressori, oggi colpiti dalla misura della custodia cautelare in carcere, sono stati già giudicati e condannati per il reato di tentato omicidio. Le misure cautelari emesse dal Gip di Brescia, su richiesta del Pubblico Ministero Marzia Aliatis, sarebbero scattate in base "alla spregiudicatezza degli indagati, che, talvolta, portavano avanti il loro business illecito, approfittando anche di permessi premio, periodi di affidamento in prova e di altri benefici, in violazione con i pregressi regimi cautelari".
Il giro di spaccio
Gli investigatori hanno individuato due importanti acquirenti della banda. Il primo, soprannominato "la bestia", si è recato a Brescia per acquistare dello stupefacente, dopo essersi preventivamente accordato con i pusher. Il secondo veniva soprannominato dal gruppo di spacciatori "il bambino", a causa del fatto che si lamentava spesso della qualità dello stupefacente che acquistava. In un caso le dosi non sono state acquistate tramite scambio di denaro, ma col "baratto" di una vasca da bagno, caricata direttamente in un furgone in uso al gruppo di spacciatori.