Il gup Manuela Cannavale ieri ha conferito l'incarico per l'accertamento psichiatrico nei confronti dell'imputata, 43 anni, accusata di lesioni personali aggravate per avere gettato "sostanza caustica e spray urticante" contro il giovane causandogli ustioni di primo e secondo grado
Il gup Manuela Cannavale ha disposto la perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e di volere al momento dei fatti di T.M., la 43enne che lo scorso 4 gennaio, in piazza Gae Aulenti a Milano, ha aggredito un barista 28enne, che aveva deciso di troncare la relazione con lei, prima spruzzandogli uno spray al peperoncino e poi versandogli sul viso dell'acido e provocandogli delle ustioni. Il giudice ha conferito ieri l’incarico per l'accertamento psichiatrico durante l’udienza del processo con rito abbreviato; gli esiti della perizia saranno discussi in aula il prossimo 10 settembre.
Le accuse a carico dell’imputata
Nell'indagine, coordinata dal pm Alessia Menegazzo, la donna è accusata di lesioni personali aggravate per avere gettato "sostanza caustica e spray urticante" contro il giovane causandogli ustioni di primo e secondo grado al volto, alla mano e al polso sinistro e ustioni di terzo grado al collo. La 43enne è anche imputata per atti persecutori perché "dopo l'interruzione della relazione" con il barista (i due si erano incontrati tre, quattro volte), per circa tre settimane, dal 18 dicembre al 4 gennaio, lo ha molestato con "reiterati appostamenti e pedinamenti sotto casa" e "nei luoghi" da lui frequentati, minacciandolo di morte per telefono e con messaggi WhatsApp, provocandogli in tal modo, si legge nell'imputazione, un "grave e perdurante stato d'ansia e timore per la propria incolumità”.
L’aggressione
Attraverso le immagini delle telecamere della zona, è stato possibile ricostruire la dinamica dell'agguato. La mattina dell’aggressione, la 43enne, con occhialoni scuri, cappuccio sulla testa e giaccone nero, attorno alle 11, si era piazzata all'ingresso della piazza, in cima alle scale, sapendo che quello era l'orario in cui l'uomo avrebbe dovuto cominciare a lavorare. Infatti, mentre il 28enne stava per salire le scale, l'ha riconosciuta ed è scappato verso un negozio di orologi. Lei lo ha inseguito, lo ha chiamato e, non appena lui si è voltato, gli ha spruzzato prima lo spray al peperoncino e poi gli ha rovesciato in testa il contenuto di una bottiglia che nascondeva, assieme a un coltello, sotto l'ampia giacca scura. "Mi sono sentito bruciare tutto il volto - ha raccontato il ragazzo agli investigatori - e ho sentito scendere una sostanza liquida sul collo".