Coronavirus Milano, riprendono visite al Trivulzio: “Gioia vedere mia madre dopo 4 mesi”

Lombardia

Il Pio Albergo Trivulzio ha riaperto oggi le porte, in via sperimentale, ai parenti che vengono a trovare gli anziani ospiti della struttura

"Una sensazione bellissima ritornare, non vedevo la mia mamma da 4 mesi”: così il primo familiare in visita al Pio Albergo Trivulzio di Milano, che ha riaperto oggi le porte, dopo mesi e in via sperimentale, ai parenti in visita agli anziani ospiti della struttura. “Sta benissimo, non credevo", aggiunge l’uomo.

I contagi nelle strutture del Pat sono, ad oggi, "50 su circa 800 ospiti, la maggior parte sono quindi guariti", ha spiegato oggi il supervisore scientifico Fabrizio Pregliasco. Durante l'emergenza Coronavirus sono stati "circa 350" i decessi "con un aumento del 40% circa rispetto alla mortalità che in questa struttura è abbastanza elevata perché raccoglie persone con grande fragilità", ha aggiunto Pregliasco. Sul fronte del contagio per il personale medico e infermieristico, invece, "il dato sta migliorando rispetto a valori di assenteismo allineati ad un periodo di normalità", ha detto ancora il supervisore. (LA DIRETTA - GLI AGGIORNAMENTI IN LOMBARDIA)

Le testimonianze dei parenti

"Finalmente, così ti riconosco", ha detto l'anziana, 97 anni, al figlio venuto a trovarla, che ha raccontato: "Quando ho abbassato un momento la mascherina e si è messa a piangere". "Manca ancora tanto abbracciarla, per ora solo gomito a gomito", ha detto ancora l’uomo. L'anziana madre, spiega, "ha sempre avuto tampone negativo". La visita è avvenuta all'aperto mantenendo i due metri di distanza, indossando entrambi i dispositivi di sicurezza. Le visite alla madre prima dell'emergenza erano quotidiane: "Tutte le mattine era abituata a vedermi, è stata dura" e questi mesi "non sono stati belli", ha aggiunto l’uomo, che però si è sempre tenuto in contatto con la madre tramite le videochiamate. "Quando mi richiameranno e appena posso tornare sarò qui di nuovo", ha concluso. 

“L'ho trovata benissimo anche se è stata leggermente positiva" al Covid-19, ha detto invece una donna venuta a trovare la suocera Emma, 94 anni. "E’ guarita benissimo", ha spiegato, aggiungendo scherzando che “lei si aspettava di vedere il nipote più che me". "Mi ha riconosciuta subito" e "non si è lamentata dei dispositivi di protezione: sono ben informati e sanno che devono fare così", ha aggiunto. "Finalmente abbiamo potuto vederci in un ambiente tranquillo e sereno per tutti, mi è sembrato il primo giorno di scuola, speriamo di ripeterlo", ha concluso.

Pregliasco: "Ad Ats progetto per valutare futuri ingressi"

Gioia ed emozione anche per gli operatori e i medici del Pio Albergo Trivulzio. Come spiegato anche dal supervisore scientifico della Baggina, nominato proprio durante l'emergenza sanitaria, il virologo Fabrizio Pregliasco, "è stata un'emozione anche per gli operatori: abbiamo cercato di organizzare al meglio con un gazebo, fiori e del caffè".

La casa di cura inoltre inizia a pensare ai futuri accessi e ricoveri. "Oggi sarà mandato alle Ats un progetto di riapertura per valutare la fattibilità per un progressivo e molto attento riposizionamento dei pazienti", ha spiegato Pregliasco. "Dalla crisi acuta ad oggi non ci sono stati nuovi ingressi - ha aggiunto - ma c'è la necessità e il bisogno di Rsa e di cure intermedie e quindi c'è l'idea di pianificare una riapertura". "Il progetto verrà valutato dall'Ats e credo ci vorrà ancora il mese di luglio per poter definire modalità e attuazione di questi rientri", ha concluso Pregliasco.

Comitato parenti vittime del Trivulzio: "Soddisfatti per riapertura"

Sul posto era presente oggi anche una piccola delegazione di familiari del Comitato Verità e Giustizia per le vittime del Pio Albergo Trivulzio, che ha espresso "soddisfazione" per la riapertura "delle visite ai parenti oggi, dopo il rifiuto iniziale", ha spiegato il vicepresidente del Comitato Fabio Scottà. "Dopo l'incontro con il prefetto sicuramente le cose si sono mosse positivamente e oggi siamo contenti di questo primo risultato e di questa fase sperimentale", ha aggiunto chiarendo che "monitoreremo" la situazione nella speranza che "si possano aumentare in numeri, perché ci sono all'interno 800 persone ed è chiaro che, a due al giorno e con 15 giorni tra una visita e l'altra, si arriva a ottobre. Dopo questa fase sperimentale speriamo veramente ci possa essere un'apertura più ampia, chiaramente rispettando le misure di cautela", ha concluso il vicepresidente.

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