‘Ndrangheta, venti arresti tra la Brianza e il Comasco

Lombardia

Gli affari dell’associazione mafiosa, in via di espansione in Germania, Spagna e Svizzera, si sarebbero concentrati anche sui servizi di sicurezza dei locali pubblici nelle province di Monza, Como e Milano

Venti persone ritenute affiliate alla ‘ndrangheta sono state arrestate all’alba di oggi in un’operazione dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Monza, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano. Altre due persone sono state sottoposte all’obbligo di firma. I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti nelle province di Monza e Brianza, Como, Lecco, Reggio Emilia, Macerata e Reggio Calabria. Le accuse sono di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e acquisizione indebita di esercizi pubblici, porto abusivo di armi e associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Droga e armi sono state sequestrate a casa di familiari degli indagati, e le perquisizioni sono ancora in corso.

Gli interessi della 'ndrangheta in Brianza

Gli arrestati sono ritenuti vicini alla famiglia vibonese Cristello e legati alla ‘locale’ della ‘ndrangheta attiva in Brianza, in particolare nei comuni di Seregno, Desio, Giussano, Verano Brianza, Meda, Carate Brianza e a Mariano Comense (Como). Gli affari dell’associazione mafiosa, in via di espansione in Germania, Spagna e Svizzera, si sarebbero concentrati inoltre sui servizi di sicurezza di bar e ristoranti nelle province di Monza, Como e Milano, dove alcune ditte private sarebbero state imposte con la forza ai gestori.

La cosca però aveva interessi anche nella scelta delle postazioni per venditori ambulanti, nella risoluzione di eventuali "controversie", oltre allo spaccio di droga, all'usura e al recupero crediti. In particolare c'era anche una prolifera attività di narcotraffico internazionale di cocaina, hashish e marijuana, che arrivavano attraverso il canale franco-iberico ed erano destinate alla distribuzione in Italia e anche in Germania. Tra gli arrestati per droga anche due fermati grazie alla collaborazione della Gendarmeria Francese. 

Tra gli arrestati anche Umberto Cristello, fratello di Rocco, ex capo della Locale di Seregno (Monza) ucciso nel 2008, e suo cugino Carmelo. "Si avvaleva della forza dell'intimidazione derivata dalla sua notoria appartenenza alla 'ndrangheta" si legge nelle carte giudiziarie, per poi riuscire a mettere mano sulle attività commerciali sfruttando intimidazione e prestiti usurai. Per gli inquirenti Umberto Cristello "esercitava il controllo del territorio e delle attività economiche esistenti" anche sui venditori ambulanti di panini e bibite. Entrare in affare con lui, spiega l'inchiesta, voleva dire beneficiare di "interventi per dirimere controversie private con modalità estorsive" e ottenere la piazzola migliore da contendere a un altro venditore ambulante. 

Le intercettazioni

Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Monza e del Nucleo radiomobile di Cantù (Como), coordinate dal procutatore aggiunto Alessandra Dolci e dai pm Cecilia Vassena e Sara Ombra, si sono avvalse anche di intercettazioni.  "Dai che poi glielo prendiamo quel bar...", si sente dire Cristello, "gli dici che io ogni domenica voglio i soldi". "Volevano fare i duri... mettere un camion dei panini al Molto... U curtu glielo disse che gli taglio la testa, non vi permettete di avvicinarvi che vi sparo a tutti quanti", ancora Cristello. "Chiamo il direttore del locale e gli dico... Non ti permettere di fare venire un altro da Milano a lavorare dove ci siamo noi", dice al telefono un altro degli arrestati, "perché tu venerdì sera apri, il sabato veniamo noi, ti tiro giù tutta la sicurezza e i buttafuori e chiudi..." E, ancora, "gli sparo quattro colpi in testa e gli faccio saltare il cranio... Prendilo e portalo dove vuoi, me lo porti perché sennò vado io a casa sua stanotte...". 

Il commento del ministro della Difesa Lorenzo Guerini

"Faccio i complimenti all'Arma dei Carabinieri per la brillante operazione eseguita stamane all'alba dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Monza e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano": così il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha commentato l'operazione. "In una fase di rilancio del Paese e con in vista importanti investimenti l'attenzione deve essere alta. Non possiamo permettere che le mafie possano distruggere l'economia e lo sviluppo. Lo Stato c'è ed è più forte", conclude Guerini.

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