Caso camici Lombardia, Procura apre inchiesta su società legata a famiglia Fontana

Lombardia

È stato aperto un fascicolo conoscitivo, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sulla fornitura, nel pieno dell'emergenza Covid, da parte della Dama spa, società di cui la moglie del governatore lombardo Attilio Fontana detiene una quota e che è gestita dal cognato

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sulla vicenda della fornitura di camici nel pieno dell'emergenza Covid da parte della Dama spa, società di cui la moglie del governatore lombardo Attilio Fontana detiene una quota e che è gestita dal cognato. (DIRETTA - GLI AGGIORNAMENTI IN LOMBARDIA)

L'inchiesta giornalistica sulla fornitura di camici

Il 16 aprile, come scritto ieri da 'il Fatto quotidiano' anticipando i contenuti di un servizio di Report che andrà in onda stasera, Aria spa (la centrale acquisti della Regione Lombardia) ha ordinato 513 mila euro di camici e altro materiale alla società Dama spa, di cui è socia al 10% Roberta Dini, moglie di Fontana, e gestita da Andrea Dini, erede di una famiglia di imprenditori storici di Varese che producono il noto marchio Paul&Shark. Sia Aria che l'ad Dini, però, hanno replicato che si è trattato di una donazione e che nemmeno un euro è uscito dalla Regione e ciò è dimostrato dallo storno delle fatture del 22 maggio. "Effettivamente - ha spiegato Dini a 'Report', come emerso ieri dallo sbobinato delle conversazioni - i miei quando io non ero in azienda durante il Covid, chi se n'è occupato ha male interpretato la cosa, ma poi dopo io sono tornato, me ne sono accorto e ho immediatamente rettificato tutto perché avevo detto ai miei che doveva essere una donazione". Un affidamento, ha sottolineato Report, avvenuto all'insaputa sia dell'ad Dini sia del governatore Fontana. "Alla fine, il dottor Dini - spiega, nel chiudere il servizio, Sigfrido Ranucci di 'Report' - ci ha inviato le note di credito. Dimostrano che ha restituito i soldi pagati dalla Regione. Ma a maggio, 40 giorni dopo e se fossimo maliziosi, ma non lo siamo, la restituzione coincide con il periodo in cui Report ha cominciato la sua inchiesta".

La replica di Fontana

"Ho dato mandato ai miei legali di querelare 'Il Fatto Quotidiano' per l'articolo che anticipa i contenuti della prossima puntata della trasmissione televisiva della Rai 'Report' in cui si racconta di una donazione di camici per protezione individuale forniti alla Regione Lombardia. Si tratta dell'ennesimo attacco politico vergognoso, basato su fatti volutamente artefatti e scientemente omissivi per raccontare una realtà che semplicemente non esiste”, ha fatto sapere Fontana.

"Agli inviati della trasmissione televisiva 'Report' - prosegue Fontana - avevo già spiegato per iscritto che non sapevo nulla della procedura attivata da ARIA SpA e che non sono mai intervenuto in alcun modo. Oggi il titolo di prima pagina del 'Fatto' e il testo mettono in connessione la ditta fornitrice con la mia persona attraverso la partecipazione azionaria (10%) di mia moglie e invocano un conflitto di interesse peraltro totalmente inesistente, proprio perché non vi è stato da parte mia alcun intervento". "Il testo del 'Fatto '- conclude il governatore - infatti, in maniera consapevole e capziosa omette di dire chiaramente che la Regione Lombardia attraverso la stazione appaltante ARIA SpA non ha eseguito nessun pagamento per quei camici e l'intera fornitura è stata erogata dall'azienda a titolo gratuito. Ho anche dato mandato a miei legali di diffidare immediatamente la trasmissione 'Report' dal trasmettere un servizio che non chiarisca in maniera inequivocabile come si sono svolti i fatti e la mia totale estraneità alla vicenda".

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