Alzano e Rsa, Fontana contestato a Bergamo. Pm: "Spettava a Governo istituire zona rossa"

Lombardia
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Questa mattina il presidente della Lombardia Attilio Fontana è stato ascoltato per circa due ore in procura come persona informata sui fatti. Fontana avrebbe inoltre negato di aver ricevuto "pressioni" dal mondo economico in merito alla mancata creazione di una zona rossa. La Procura: "Nostro dovere accertare i fatti"

L'istituzione della zona rossa nei primi giorni di marzo, che avrebbe dovuto isolare Nembro e Alzano Lombardo, i due comuni della Bergamasca dove era stato individuato il secondo importante focolaio di coronavirus in Lombardia, avrebbe dovuto essere "una decisione governativa." Lo ha detto il procuratore facente funzione di Bergamo Maria Cristina Rota ai microfoni della Rai. Rispondendo alla domanda su di chi fosse il compito di isolare i due comuni, uno dei temi che le indagini bergamasche stanno approfondendo, il magistrato ha risposto:"Da quel che ci risulta è una decisione governativa". (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA)

Le parole di Attilio Fontana

Sulla stessa linea il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, ascoltato per circa due ore, in qualità di persona informata sui fatti, dai pm di Bergamo che stanno indagando su quanto accaduto all’ospedale di Alzano Lombardo, sui decessi all’interno delle Rsa e sulla mancata istituzione di una zona rossa nella Bergamasca. Per Fontana l'istituzione della zona rossa era "pacifico" che fosse una decisione che "spettava al Governo", dato che era già stato inviato l'esercito. 

Le dichiarazioni fornite dal governatore lombardo sarebbero in linea anche con quelle dell'assessore al Welfare Giulio Gallera, anche lui convocato come persona informata sui fatti. Fontana stamani avrebbe pure fornito, da quanto si è appreso, chiarimenti sul caso del pronto soccorso dell'ospedale di Alzano e negato di aver ricevuto "pressioni" dal mondo economico sempre in merito alla mancata creazione di una zona rossa. In più gli sarebbero state poste domande sulle delibere regionali relative alle Rsa. 

La Procura: "Nostro dovere accertare i fatti"

"Vi è da parte della popolazione bergamasca richiesta di giustizia e vi è il dovere nostro di accertare i fatti facendo la massima chiarezza su di essi, la cui valutazione sarà operata con particolare attenzione tenuto conto di tutte le particolarità della delicata situazione". Lo scrive in una nota il procuratore facente funzione di Bergamo Maria Cristina Rota, anche in risposta ad alcune polemiche in merito alle indagini avviate dai pm bergamaschi sulla gestione dell'epidemia del coronavirus. "Come noto - scrive il procuratore - nelle giornate di ieri e oggi sono stati sentiti come persone informate sui fatti l'assessore Gallera e il presidente di regione Lombardia Fontana. La Procura di Bergamo sta svolgendo indagini serrate al fine, in primis, di ricostruire i fatti così come si sono svolti in relazione sia all'ospedale di Alzano Lombardo che nelle diverse Rsa della provincia". "Seconda tappa - spiega - sarà accertare se vi sia nesso di causalità tra i fatti come ricostruiti e gli eventi e, in caso affermativo, stabilire a chi fanno capo le responsabilità". "Si tratta di indagini lunghe e complesse che richiederanno tempo", conclude il procuratore Rota.

Il legale di Fontana: "Ha contribuito a chiarire dubbi"

Jacopo Pensa, il legale che segue Fontana, ha dichiarato che "il presidente della Regione Lombardia è stato convocato dai pm in qualità di persona informata sui fatti con lo spirito autentico di ascoltare una persona che ha contribuito ad accrescere il loro patrimonio conoscitivo sulle vicende relative al Coronavirus". Per l'avvocato Pensa, Fontana "ha contribuito a chiarire eventuali dubbi". 

La protesta

Durante l’audizione, svoltasi - riferisce Palazzo Lombardia - in un "clima collaborativo", all’esterno della Procura di Bergamo si sono radunate alcune decine di persone per protestare contro il governatore e la gestione dell’emergenza coronavirus. I manifestanti hanno esibito uno striscione bianco con scritto "Fontana, Bergamo non dimentica" e un insulto in rosso. Tenuti a distanza dagli agenti antisommossa che hanno presidiato la Procura nel corso della mattinata, i manifestanti hanno contestato soprattutto il mancato isolamento della Valseriana durante le prime settimane di emergenza. ”15mila morti in Lombardia, non ci dimenticheremo di questa strage”, le parole scandite al megafono da una delle persone scese in strada. Nel mirino della protesta sono finiti anche l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera e Stefano Scaglia, presidente della Confindustria di Bergamo. Poi, all’uscita del governatore dalla Procura, in molti gli hanno rivolto grida come "dimettiti" e “vergognati”.

La protesta
La protesta all'esterno della Procura - ©Fotogramma

Fiom: “Qui per chiedere giustizia”

Al presidio ha preso parte anche la Fiom. ”Penso che anche il governatore abbia responsabilità enormi in questa strage. Penso che si potevano evitare i danni se si faceva la zona rossa. Sappiamo che ci sono state pressioni per non farla e siamo qui per chiedere giustizia", ha detto la sindacalista Eliana Como. "A tutti i livelli - ha proseguito - nessuno si è preso la responsabilità della chiusura. Le imprese sostenevano che non potevano chiudere per due settimane poi abbiamo contato i danni e i morti”.

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