Fase 2, protesta dei tassisti a Milano: “Noi dimenticati”. VIDEO

Lombardia

"Siamo dimenticati e alla deriva. Milano è una città di business ma in questo momento è ferma: i turisti non arrivano, gli aeroporti sono ancora chiusi, non si può uscire dalla regione”, dice un manifestante

Oltre un centinaio di tassisti si sono radunati oggi a Milano, a partire dalle 10, per un presidio sotto al grattacielo sede della Regione Lombardia contro "l'immobilismo della politica nei confronti di un comparto abbandonato e dimenticato" e per ottenere "agevolazioni fiscali o una sovvenzione come è avvenuto in Campania e in Piemonte". I manifestanti, con striscioni, palloncini tricolore e fumogeni, si sono poi spostati verso piazza Duca D’Aosta. A monitorare la situazione le forze dell’ordine.

Alcuni attimi di tensione si sono registrati nel pomeriggio davanti al palazzo della Regione Lombardia tra tassisti e rappresentanti sindacali. Secondo quanto riferito da alcuni conducenti e dalle forze dell'ordine, i rappresentanti sindacali hanno comunicato che non c'erano stati passi avanti nella trattativa con la Regione e questo ha provocato la reazione violenta di alcuni tassisti che hanno spinto e offeso i sindacalisti. La tensione è durata pochi minuti e non avrebbe causato feriti o contusi. Dopo altre discussioni il gruppo si è sciolto ed è stato deciso che una piccola rappresentanza resterà in presidio fisso in piazza IV Novembre e piazza Luigi di Savoia. 

Le parole di un manifestante

"Siamo dimenticati e alla deriva. Milano è una città di business ma in questo momento è ferma: i turisti non arrivano, gli aeroporti sono ancora chiusi, non si può uscire dalla regione. La nostra categoria insieme a quella degli hotel e dei ristoranti è una catena totalmente bloccata", dice un manifestante, Vincenzo Rinaldi. "La Regione - dice il tassista - deve sostenerci con contributi a fondo perduto. La Campania lo ha già fatto, mentre la Lombardia ci ha abbandonati. Stiamo qui finché non ci daranno ascolto". "Guido il taxi da vent'anni e una crisi del genere non si era mai vista, neanche per l'11 settembre. Forse - è l'amaro commento - sarebbe stata meglio una bomba".

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