Coronavirus Lombardia, Bergamaschi (Ats Milano): Tamponi in ambulatori specializzati VIDEO
LombardiaA Sky TG24, il direttore generale di Ats Milano ha illustrato la nuova strategia di individuazione dei casi Covid sul territorio. E sul capoluogo afferma: “Occorre attenzione, in città incidenza piuttosto bassa se confrontata con densità abitativa. Curva deve restare così”
Prende il via oggi, a Milano e in Lombardia, la nuova strategia per l’individuazione tramite tampone dei casi di coronavirus sul territorio (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA). A spiegare il suo funzionamento ai microfoni di Sky TG24 è Walter Bergamaschi, direttore generale di Ats Milano. “Il tampone - spiega - verrà eseguito, per chi può spostarsi con un mezzo proprio, negli ambulatori autorizzati, con la possibilità di eseguirlo dalla propria autovettura tramite il drive in. Per chi non può spostarsi o soffre di patologie che lo costringono a stare a casa - aggiunge Bergamaschi - organizzeremo tamponi a domicilio".
Tampone non è l’unico srumento
Da oggi, quindi, non è più necessario recarsi negli ospedali, grazie a questa nuova procedura nata "dall’aver osservato - sottolinea - che la curva epidemica ci ha portato ad avere meno nuovi casi quotidiani, quindi meno accesi agli ospedali. Possiamo perciò spostare l’attenzione sulla segnalazione dei casi territoriali, che abbiamo sempre mantenuto attiva fin dall’inizio dell’emergenza, disponendo però l’isolamento domiciliare, senza la possibilità di poter eseguire un tampone di conferma”.
In ogni caso, “il tampone richiede un tempo di processazione e a volte può dare un risultato sbagliato”, spiega ancora il direttore. “Usare solo i tamponi come strumento di prevenzione non è a mio avviso altrettanto efficace, certamente è uno strumento in più a nostra disposizione, ci permette di trovare persone che erano asintomatiche, ma non è l’unico. Consapevolezza, comportamenti adeguati e uso della mascherina anche dopo il lockdown restano i provvedimenti più efficaci”, afferma.
La situazione a Milano e in Lombardia
Per Bergamaschi, quello che si è abbattutto sulla Lombardia è stato uno “tsunami”. Nei primi giorni dell’infezione “i casi crescevano esponenzialmente, abbiamo avuto più focolai. Il sistema - spiega - che pur era preparato per affrontare quello che poteva essere il numero dei casi atteso, si è trovato in grandi difficoltà”.
"Milano ha avuto molti casi - dice in riferimento al capoluogo -, in termini assoluti è quella che ne ha avuti di più, ma la città ha avuto un’incidenza percentuale piuttosto bassa rispetto ad altri territori e rispetto al rischio di una metropoli con la sua densità abitativa. Occorre una fortissima attenzione, la città non è esplosa come numero di casi, dobbiamo fare in modo che resti così e far sì che la curva continui a scendere”, conclude Bergamaschi.