Coronavirus Milano, viaggio di Sky Tg24 nell’hotel per pazienti Covid

Lombardia

Visita all’interno dell’albergo “Michelangelo”, allestito per accogliere degenti dimessi dagli ospedali o in arrivo dai centri sociali e gestito dal Comune insieme ad Ats e alla prefettura

Le telecamere di Sky Tg24 si sono addentrate all’interno dell’hotel “Michelangelo” di Milano, che in occasione dell’emergenza coronavirus si è trasformato in una struttura di accoglienza per persone che, dimesse dagli ospedali, in arrivo da centri sociali o entrate a stretto contatto con dei positivi, non potevano rimanere in isolamento a casa (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA).

La riorganizzazione dell’albergo

Dove c’era la vecchia reception è stato allestito una sorta di sportello di accettazione e si entra accolti dal personale sanitario. La struttura, composta in questo momento da 12 piani Covid e 2 piani non Covid, è cambiata dal 30 marzo, giorno in cui ha iniziato ad accogliere i degenti. Una volta entrati, i pazienti restano isolati nelle loro stanze e assistiti 24 ore su 24 per il periodo di quarantena di 15 giorni, con procedure di sicurezza e assistenza psicologica (c’è chi ha vissuto in prima persona la situazione in terapia intensiva, o chi teme di poter contagiare qualcuno una volta dimesso). Durante la Fase 2, inoltre, vengono eseguiti molti più tamponi. Giorgio Ciconaglia, dell’hotel “Michelangelo”, spiega che i test vengono eseguiti “dal personale specializzato, munito di Dpi necessari. Recupera i nominativi di ciascuno e al secondo tampone negativo, liberi tutti”.

L’hotel: “Attualmente abbiamo 194 degenti”

Giorgio Ciconaglia, intervistato da Sky Tg24, illustra la situazione dell’hotel: “Tante persone entrano e altrettante possono uscire, avendo fatto il tampone. Per esempio, ieri ne sono uscite 35 e ne sono entrate una quindicina. Attualmente siamo a 194 degenti, ma è un numero che continua a salire in funzione di quelle dimissioni". Ciconaglia, inoltre, commenta: "Quando hai 200 o 300 persone tutte stipate in un centro, che sia della prefettura o del Comune, e hai qualche caso Covid così com’è successo, è molto importante utilizzare questo palazzo per alleggerire la tensione che si viene a creare”.
Ciconaglia riporta inoltre un aneddoto: “Poco fa è uscito un ospite che è rimasto qui un mese, perché ha avuto bisogno di più tempo per negativizzarsi, e gli hanno fatto una bella festa, seppur da lontano, quelli della sua associazione, che sono venuti a riportarlo nel suo centro d’accoglienza”.

“Una struttura come questa serve ora più che prima”

Ciconaglia conclude: “Proprio adesso sembra che cominci a servire una struttura come questa, più ancora che nelle settimane scorse. Perché con ciò che potrebbe succedere nei prossimi giorni – anche se speriamo non accada -, se si individua un positivo nelle famiglie o nelle comunità, si ha la certezza di avere qui una stanza dove poter dividere queste aggregazioni e ottenere i risultati migliori”.

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