Un 57enne non avrebbe avuto nessuna comunicazione in merito alla salute della madre e, anzi, avrebbe ricevuto il diniego assoluto di trasferirla e metterla in sicurezza fuori dal Pat
Un 57enne, da tempo, non avrebbe avuto nessuna comunicazione in merito alla salute dell'anziana madre e, anzi, avrebbe ricevuto il diniego assoluto di trasferire la donna per metterla in sicurezza fuori dalla struttura. L’uomo, assistito dagli avvocati Solange Marchignoli e Luca D'Auria, per questi motivi ha presentato un esposto contro il Pio Albergo Trivulzio di Milano. Il documento è stato oggi depositato presso la Procura di Milano. Il documento entrerà a fare parte degli atti dell'indagine (coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dai pm Mauro Clerici e Francesco De Tommasi) sui contagi e i morti alla “Baggina” per via del coronavirus (LA DIRETTA - LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA).
La vicenda dell’anziana
Come viene ricostruito nell'atto depositato, a metà gennaio l'anziana è stata trasferita al Pat per effettuare un percorso di riabilitazione, poiché stata operata pochi giorni prima, per una frattura al femore, all'ospedale Gaetano Pini di Milano. L'emergenza Covid-19, nel frattempo, è scattata il 21 febbraio con la scoperta del paziente 1 a Codogno, nel Lodigiano. Ma fino al 28 febbraio, secondo quanto espone il 57enne nell’esposto, al Pat non sarebbe stata adottata alcuna precauzione.
L’esposto
Nel documento si legge che il 2 marzo il personale del Pat avrebbe chiesto alla sorella del 57enne (e figlia dell'anziana) di togliere mascherina e guanti per "evitare di seminare il panico tra i degenti". L’uomo avrebbe indicato come responsabili non solo i vertici della casa di cura, ma anche quelli della Regione Lombardia, che – come riporta l’esposto - "stanno accettando il rischio che un nuovo focolaio generalizzato di contagi si propaghi". Gli avvocati chiedono l'intervento della magistratura per interrompere il pericolo del contagio e mettere in sicurezza i degenti, con le strutture idonee e con le modalità necessarie.