Coronavirus, InTwig: “Nel Bresciano 2.800 morti e 188mila contagi”

Lombardia

Questo il bilancio che emerge dal monitoraggio dei decessi realizzato dalla società bergamasca di data management e comunicazione in collaborazione con Il Giornale di Brescia

A Brescia e provincia si può stimare che i morti per Covid19 siano stati 2.825 nel solo mese di marzo 2020. Questo il bilancio che emerge dal monitoraggio dei decessi realizzato da InTwig, società bergamasca di data management e comunicazione, curato da Aldo Cristadoro, fondatore di InTwig e professore di Metodi digitali per la Ricerca sociale all’Università degli Studi di Bergamo, in collaborazione con Il Giornale di Brescia. (DIRETTA - I DATI DI BERGAMO - AGGIORNAMENTI A MILANO)

La ricerca sulla provincia di Brescia

L’indagine è stata lanciata nei giorni con l’invito a tutti i Sindaci dei Comuni bresciani (205) a fornire i numeri ufficiali dei decessi per capire la mortalità reale mettendo a confronto i dati dei primi tre mesi del 2020 con quelli degli anni passati. Ad oggi, hanno risposto 184 Comuni (su 205) che rappresentano il 92% della popolazione (1,1 milioni di abitanti) della provincia di Brescia. Quanto al numero dei contagiati Covid-19 nella provincia bresciana la stima è di 188mila, il 15% degli abitanti (1 su 6) con punte nell'Ovest bresciano (27%) e nella Bassa Bresciana Occidentale (25%) (1 su 4). Seguono Monte Orfano (22%), Sebino (19%), Val Camonica (17%), Garda (9%), Val Trompia (8%), e Val Sabbia (7%). In città di Brescia, 19,9 mila contagiati pari al 10% degli abitanti. Le stime, verificate sui dati reali dei decessi, si basano su un tasso di letalità dell'1,57%, in linea con il report dell’Imperial College. Il monitoraggio prosegue e si estende a tutte le province della Regione Lombardia in un’ottica di collaborazione pubblico-privato che coinvolge la nostra realtà e l’Università degli Studi di Bergamo.

Cristadoro: “I dati confermano il grido d’allarme”

Aldo Cristadoro, fondatore di InTwig e curatore della ricerca: “I dati sono ricavati da una proiezione statistica delle risposte date dai sindaci intervistati sull’intera popolazione della Provincia di Brescia. I dati forniti dalle anagrafi comunali sono stati confrontati con quelli storici, mese per mese, così è stato possibile calcolare gli incrementi di mortalità attribuibili al Covid19. Per stimare i contagiati sono stati considerati gli studi più recenti che applicano i tassi di letalità complessiva alla struttura demografica italiana. I dati, molto diversi da quelli ufficiali, confermano il grido d’allarme dei sindaci del territorio e, purtroppo, sono destinati a crescere”.

Burioni: “A Bergamo numeri impressionanti"

"Le dimensioni del contagio sono molto superiori rispetto a quelle indicate dal numero di tamponi positivi. Succede sempre nel momento caotico dell'epidemia. I numeri reali che provengono da alcune zone di Bergamo sono particolarmente impressionanti. È legittimo pensare che questa epidemia in queste zone abbia avuto una dimensione ancora maggiore". Il virologo Roberto Burioni commenta così, all'Eco di Bergamo, i dati dell'indagine condotta da quotidiano e da InTwig, da cui è emerso che nella Bergamasca negli ultimi 31 giorni sono morte circa 5.400 persone di cui 4.500 riconducibili a coronavirus. "Il caso Bergamo insegna che bisogna intervenire subito e senza esitazioni nei momenti iniziali dell'epidemia identificando ed isolando tutti i contatti", dichiara Burioni. "Da questa tragedia abbiamo imparato che con la volontà se ne può uscire. Anche a Bergamo la situazione sta migliorando". Per il virologo, tuttavia, "non è il momento di pensare che presto tornerà tutto come prima. Ora dobbiamo pensare a contenere l'epidemia. La fotografia delle bare portate via dai camion dell'esercito è qualcosa che l'Italia non ha mai visto nella sua storia", sottolinea. "Ricominceremo gradualmente, ma la vita sarà diversa. Dovremo portare le mascherine e soprattutto le zone in cui è avvenuto un contagio così ampio saranno da studiare in modo approfondito per capire chi è guarito. Un contagio così esteso potrebbe avere anche qualche vantaggio perché molte persone - conclude - potrebbero essere immuni senza neanche saperlo".

Lo studio nella Bergamasca

La già citata indagine del quotidiano L'Eco di Bergamo e di InTwig ha fatto emergere come nella Bergamasca i morti riconducibili all'epidemia di coronavirus sarebbero molti di più rispetto ai 2.060 ufficiali. Secondo lo studio il numero reale dei decessi riconducibili all'epidemia di Covid-19 nella provincia di Bergamo sarebbe almeno 4.500 in un mese su un totale di 5.400 deceduti. All'indagine del quotidiano hanno risposto 91 amministrazioni comunali che rappresentano oltre il 50% della popolazione totale. I dati forniti hanno permesso di stabilire che "nell'ultimo mese di marzo sono morte in totale oltre 5.400 persone di cui circa 4.500 riconducibili al coronavirus".

I dati Istat

Un aumento della mortalità fino al 337% in alcune zone del Nord, in particolare nella Bergamasca. Questo invece il dato che emerge da un'analisi compiuta dall'Istat sui primi 21 giorni di marzo, secondo cui al Nord i decessi sono più che raddoppiati rispetto alla media 2015-19 durante l'emergenza Coronavirus. Nella nota esplicativa dell'Istat che accompagna i dati sulla mortalità in Italia, in cui si tiene conto di 1.084 comuni, viene evidenziata la situazione di Bergamo, dove i decessi sono quasi quadruplicati" passando da una media di 91 casi nel 2015-2019 a 398 nel 2020. Incrementi della stessa intensità, quando non superiori - si legge -, interessano la maggior parte dei comuni della provincia bergamasca".

Milano: I più letti