Coronavirus, Eco di Bergamo e InTwig: “Almeno 4.500 morti in un mese”

Lombardia

Il quotidiano e l'agenzia di analisi dati hanno condotto una ricerca confrontando il numero di decessi di quest'anno con la media degli ultimi tre. Secondo lo studio, i morti riconducibili all'epidemia di Covid-19 sarebbero molti di più rispetto ai 2060 ufficiali

Una indagine del quotidiano L'Eco di Bergamo condotta insieme all'agenzia di analisi dati InTwig ha fatto emergere come nella Bergamasca i morti riconducibili all'epidemia di coronavirus sarebbero molti di più rispetto ai 2.060 ufficiali. Secondo lo studio il numero reale dei decessi riconducibili all'epidemia di Covid-19 nella provincia di Bergamo sarebbe almeno 4.500 in un mese su un totale di 5.400 deceduti. All'indagine del quotidiano hanno risposto 91 amministrazioni comunali che rappresentano oltre il 50% della popolazione totale. I dati forniti hanno permesso di stabilire che "nell'ultimo mese di marzo sono morte in totale oltre 5.400 persone di cui circa 4.500 riconducibili al coronavirus". (DIRETTA - GLI AGGIORNAMENTI IN LOMBARDIA)

L'analisi realizzata da L'Eco di Bergamo e InTwig

“Abbiamo confrontato il numero di decessi nei primi tre mesi di quest'anno con il valore medio degli ultimi tre anni, al fine di verificare l'incremento della mortalità nel territorio bergamasco - spiega Aldo Cristadoro dalle pagine de L'Eco di Bergamo, fondatore di InTwig e professore di metodi digitali per la ricerca sociale all'Università di Bergamo - La nostra valutazione, condotta con grande accuratezza mediante i dati ufficiali forniti da ciascuna amministrazione locale, ci dice che nel mese di marzo sono morte più di 5.400 persone e circa 4.500 di queste sono attribuibili al coronavirus. Un anno fa, a marzo, i decessi totali erano quasi 900”.

Dati dello studio

Secondo gli autori, la ricerca permette anche una precisa valutazione dei contagi totali nella provincia di Bergamo. “Stiamo parlando di 288.000 persone, il 25,9% della popolazione totale - continua Cristadoro – Dalla nostra analisi, emerge chiaramente che la Valle Seriana è il cuore dell'epidemia, con il 45,5% delle persone contagiate. Tuttavia, il virus ha colpito anche la Valle Brembana, con una stima del 45,7% delle persone contagiate. I dati disponibili confermano anche una maggiore incidenza di coronavirus in quelle aree con un'alta percentuale di residenti oltre i 70 anni. Come ricercatore, posso dire che se avessimo avuto questi dati in tempo reale, sarebbe stato possibile un monitoraggio più ampio ottenendo dati più precisi ogni giorno, rispetto a quanto le istituzioni sono state costrette a fare nell'ultimo mese”.  

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