In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Incendio al settimo piano del Tribunale di Milano: ipotesi cortocircuito

Lombardia
Tribunale di Milano (Agenzia Fotogramma)

Ad andare a fuoco è stato l'archivio. Così il pm Alberto Nobili: "Un bel disastro", ha detto al termine del sopralluogo con il procuratore Francesco Greco. Nelle prossime ore, la procura cittadina esaminerà le immagini delle telecamere

Condividi:

Incendio al settimo piano del Tribunale di Milano, che rimarrà chiuso nei prossimi giorni insieme al quinto e sesto piano (LE FOTO). Al momento, la prima ipotesi al vaglio degli inquirenti è quella di un cortocircuito ai sistemi informatici, spesso in "sovraccarico". Nelle prossime ore, la procura milanese esaminerà le immagini delle telecamere, con lo scopo di verificare tutte le ipotesi possibili sulle cause del rogo, compresa quella del dolo, anche se quella più probabile - al momento - è quella dell'evento accidentale.

L'incendio

Il rogo è divampato intorno alle 5 di questa mattina un'ala dove si trovano le cancellerie dei gip: si tratta di un corridoio vicino a un atrio in cui è presente anche uno sportello informazioni. Da quanto si è appreso, la parte delle cancellerie è andata completamente distrutta: lì vengono depositati, in particolare, gli atti in transito più recenti dei gip, decreti penali, sentenze, intercettazioni più recenti, ma che vengono anche custoditi nei server. Dunque, da quanto è stato riferito da alcuni magistrati presenti sul posto, sarebbe andata persa solo la parte di atti cartacei. Tutti i fascicoli sono comunque "ricostruibili" con le copie negli uffici giudiziari. Nel frattempo, al sesto piano si è proceduto a spostare tutti i fascicoli dagli uffici perché l'acqua, usata per spegnere le fiamme, ha allagato alcune zone. Inoltre, è praticamente distrutto anche l'impianto elettrico, tra l'altro desueto.

L'arrivo dei pompieri

Sul posto sono subito intervenuti i vigili del fuoco con 18 squadre insieme con i carabinieri e la polizia locale. "Questo è un disastro", sono le parole di magistrati e personale. Quando è scoppiato il rogo, all'interno del Tribunale e in particolare nei piani coinvolti non era presente nessuno, salvo i presidi di vigilanza delle guardie private agli ingressi del Palazzo. In questi giorni, infatti, l'attività al Palagiustizia è ridotta ai servizi essenziali per l'emergenza Coronavirus e, in pratica, l'edificio è chiuso al pubblico e si può entrate solo per le urgenze. Anche la presenza di magistrati e personale amministrativo era ridotta al minimo.

Le dichiarazioni

Dell'incendio ha parlato il presidente dell'Ufficio gip di Milano, Aurelio Barazzetta: "Questo è stato un danno importante, la cancelleria centrale è distrutta". Della stessa opinione anche il pm, Alberto Nobili: "Un bel disastro", il suo commento al termine del sopralluogo effettuato insieme con il procuratore Francesco Greco.
Parla invece di "un'emergenza nell'emergenza" Vinicio Nardo, presidente dell'Ordine degli Avvocati di Milano. "La digitalizzazione è sicuramente venuta in soccorso -spiega - ma l'agibilità dei luoghi e i reali danni sono tutti da valutare. Da parte nostra piena disponibilità, collaborazione e vicinanza".

Il presidente del Tribunale: "Ci saranno ritardi"

In un periodo già complicato anche per le attività giudiziarie per l'emergenza Coronavirus, dopo l'incendio di stamani ci saranno anche "dei ritardi sulle attività programmate e sulle udienze della prossima settimana", che dovranno essere rinviate. Lo ha spiegato il presidente del Tribunale di Milano, Roberto Bichi. Uno dei problemi con cui in queste ore ci si sta confrontando al Palagiustizia milanese, è stato spiegato, è quello di salvare almeno l'agibilità del sesto piano, dove i vigili del fuoco stanno già asciugando l'acqua utilizzata per lo spegnimento delle fiamme al settimo piano. E' stato previsto di spostare temporaneamente il servizio telematico centrale dell'Ufficio gip al quarto piano in alcuni uffici della Procura. Nei prossimi giorni, dunque, si valuterà se i due piani più coinvolti potranno tornare ad essere utilizzati e nel frattempo ci sarà un trasferimento di magistrati, personale e servizi telematici in altri uffici. 

Presidente Tribunale Sorveglianza: "Uffici e cancellerie inagibili"

Anche il Tribunale di Sorveglianza, i cui uffici e cancellerie si trovano sempre al settimo piano, è rimasto coinvolto nell'incendio. Lo precisa il presidente del suddetto Tribunale, Giovanna Di Rosa, spiegando che è "tutto allagato, tutto buio, non abbiamo potuto fare il turno di oggi", proprio in un momento in cui il Tribunale di Sorveglianza è più impegnato di tutti sul fronte dell'emergenza coronavirus, con le scarcerazioni da valutare ed effettuare per alleggerire la pressione sulle carceri. Gli uffici, ribadisce Di Rosa, sono anch'essi al settimo piano, che è stato dichiarato inagibile. "Abbiamo dovuto inoltrare gli atti urgenti a Pavia", spiega ancora il presidente, dando conto delle difficoltà che si stanno vivendo in queste ore, tra l'altro in giorni già molto complicati data la mole di lavoro da portare avanti per alleggerire le carceri, col personale ridotto al minimo. "Stiamo dando risposte oltre le nostre forze e ora i nostri uffici sono chiusi", ha concluso Di Rosa.

Bonafede: “Dal Ministero tutto il sostegno necessario”

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, commenta l’episodio con un post su Facebook: "Un incendio divampato stamattina presto ha devastato alcuni uffici del Palazzo di giustizia di Milano. Le cause e i danni verranno accertati ma quello che mi preme adesso è esprimere tutta la mia vicinanza, in un momento già difficilissimo per tutta la città di Milano, ai magistrati, agli avvocati, al personale e a tutti coloro che lavorano negli uffici giudiziari milanesi. Donne e uomini che in queste settimane durissime stanno spendendo ogni possibile energia per non consentire all'emergenza coronavirus di fermare la giustizia. Dal Ministero hanno tutto il sostegno necessario per fronteggiare questa ennesima emergenza che si accanisce sulla giustizia milanese, vera e propria eccellenza della giustizia italiana".
Bonafede dichiara ancora: “Quando stamattina ho chiamato la Presidente della Corte d'appello Marina Tavassi, ho sentito tutti ancora una volta compatti, per far fronte alla situazione e provare a trovare le possibili soluzioni, muniti di quella professionalità e di quella determinazione che, da Ministro, non avrei nemmeno il coraggio di chiedergli. Perché qui, come negli altri uffici giudiziari messi in estrema difficoltà dal virus, si va ben oltre quello che è dovuto allo Stato, è puro ed encomiabile spirito di servizio. Grazie!"

Coordinamento nazionale Area: "Solidarietà e vicinanza"

"Esprimiamo la nostra affettuosa vicinanza e solidarietà ai colleghi di Milano, già gravemente provati dalle conseguenze dell'emergenza epidemiologica, per il devastante incendio propagatosi nello storico palazzo dei Piacentini". Lo afferma il Coordinamento nazionale di Area, l'associazione delle toghe progressiste, che in una nota ricorda come la sicurezza sul luogo di lavoro e la conformità degli ambienti alle norme siano "purtroppo, ancora un obiettivo ben lontano dall'essere realizzato in molte sedi dove è amministrata la giurisdizione".

Problemi di sicurezza

Nel Tribunale da Milano, da anni, ormai, si registrano problemi di sicurezza di varia natura non risolti e più volte denunciati. Il 9 aprile del 2015 nel Palagiustizia milanese si verificò la strage compiuta dall'imputato-killer, Claudio Giardiello, che riuscì a introdurre nel Palazzo una pistola e che uccise un giudice, un avvocato-testimone e un coimputato. Quasi quattro anno dopo, nel gennaio del 2019, un avvocato, Antonio Montinaro, precipitò dal quarto al terzo piano in una rampa di scale, a causa dei parapetti troppo bassi, e rimase paralizzato agli arti inferiori. Parapetti non a norma e che ancora non sono stati sostituiti, ma davanti ai quali sono state collocate decine di transenne. In più, gli ormai consueti problemi di sovraccarichi ai sistemi informatici del Palazzo, con black-out continui che spesso hanno anche fatto fermare gli ascensori.