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Esselunga: 1,83 miliardi a eredi Giuseppe e Violetta Caprotti

Lombardia
Foto di archivio (Agenzia Fotogramma)

L'arbitrato mette fine alla controversia fra gli eredi di Bernardo Caprotti, con l'acquisto da parte della moglie Giuliana Albera e della figlia Marina, socie al 70%, del 30% dai due figli di primo letto del fondatore

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Messa la parola fine sulla controversia tra gli eredi dell'imprenditore Bernardo Caprotti. L'arbitrato su Esselunga ha valutato l'intero gruppo 6,1 miliardi e il 30% in mano a Giuseppe e Violetta Caprotti 1,83 miliardi (915 milioni a testa). Si è conclusa così, secondo quanto riferisce l'ANSA, la procedura per determinare il valore di Supermarkets Italiani, che detiene il 100% della catena di supermercati, e mette fine alla controversia fra gli eredi di Bernardo Caprotti, con l'acquisto da parte della moglie Giuliana Albera e della figlia Marina, socie al 70%, del 30% dai due figli di primo letto del fondatore.

Il verdetto

Il verdetto dà ragione a Giuseppe e Violetta e arriva al termine di una proceduta durata 14 mesi nel corso della quale sono emerse visioni divergenti sul valore del gruppo di supermercati. Gli arbitri hanno valutato il 100% di Supermarkets Italiani al 31 dicembre 2016, anno della morte di Bernardo Caprotti. Quest'ultimo ha lasciato nel testamento il 70% della società alla moglie e alla figlia Marina e il restante 30% a Giuseppe e Violetta, senza potere né posto in Cda. La Villata, che detiene gran parte del patrimonio immobiliare del gruppo, è invece assegnata per il 22,5% ciascuno ai due figli di primo letto e il restante 55% a Giuliana e Marina.

L'accordo del 2017 su La Villata

A giugno 2017 viene sottoscritto un accordo con il quale Giuseppe e Violetta vendono il proprio 45% di La Villata ad Esselunga. L'accordo prevede al contempo per i due fratelli la possibilità di liquidare il 30% in Supermarkets Italiani tramite la quotazione in Borsa della società o grazie a un'opzione call per le azioniste di maggioranza, ossia il diritto di acquisto della partecipazione di minoranza, col conseguente obbligo di Giuseppe e Violetta a cedere le proprie azioni in caso di esercizio dell'opzione.

L'arbitrato

A gennaio 2019 Giuliana Albera e Marina Caprotti decidono di esercitare la call per arrivare a detenere l'intero capitale di Esselunga. Comincia così l'arbitrato, che doveva durare tre mesi e, come indicato nel contratto del 2017, condurre a una valutazione dell'azienda al 31 dicembre 2016. I tempi si sono però allungati e sono serviti quattro mesi solo per nominare i tre arbitri e mettere a punto il relativo mandato. Il delicato incarico è stato affidato a Mario Cattaneo per Giuseppe e Violetta, Gualtiero Brugger per Giuliana e Marina, ed Enrico Laghi d'accordo tra le parti. Oggi la decisione del collegio arbitrale ha messo la parola fine alla vicenda.