Bus incendiato a Milano, l'ex moglie di Sy: "Per lui la religione non esiste"

Lombardia
Il bus incendiato (Fotogramma)

La donna è stata ascoltata oggi dalla Corte d’Assise del capoluogo milanese, a cui ha riferito che l’uomo non parlava mai di politica internazionale. La teste ha poi spiegato che vedeva l’ex marito saltuariamente, ogni due o tre mesi 

"Sy era ateo, per lui la religione non esisteva, non l'ho mai sentito parlare di politica internazionale. Anche la parola 'panafricanismo' l'ho letta per la prima volta sui giornali". A deporre, davanti alla Corte d'Assise di Milano, oggi è stata l’ex moglie di Ousseynou Sy (CHI E'), il 47enne - anch’egli presente in aula - che lo scorso 20 marzo ha dirottato e incendiato un pullman con a bordo 50 ragazzi, due insegnanti e una bidella, a San Donato Milanese. "Dopo la nostra separazione le nostre strade si sono divise, i nostri rapporti erano limitati ai ragazzi che vedeva saltuariamente, ogni due o tre mesi", ha aggiunto la teste.
La donna ha poi riferito che in passato le aveva parlato del procedimento per molestie per cui fu condannato. "Era molto provato - ha detto - ha sempre sostenuto di essere innocente, diceva 'la mia vita è finita'".

Il collega: "Mi fece comprare un taser"

Pochi giorni fa, è stato un collega di Sy a parlare davanti ai giudici. In quell’occasione, l’uomo ha riferito che il 47enne gli aveva chiesto di acquistare per lui un taser. “Quando è arrivato l'ho consegnato ai carabinieri che lo hanno aperto davanti a me - ha detto il testimone in aula -. Me l'aveva commissionato una decina di giorni prima, era insistente e mi chiedeva via messaggi 'quando arriva, quando arriva?’ Mi ha spiegato che lo desiderava perché non voleva essere infastidito dai passeggeri quando guidava”.  

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