Brescia, in auto con 320 uccelli strappati ai nidi: cacciatore condannato
LombardiaAll’uomo è stata comminata una pena a 4 mesi di reclusione e non potrà più ottenere la licenza per l’arte venatoria per i prossimi dieci anni. La Lega antivivisezione: "Solo abolendo la caccia si potrà finalmente stroncare il bracconaggio"
Un cacciatore bresciano ha ricevuto una pena a quattro mesi di reclusione poiché ritenuto colpevole di uccellagione in seguito a una vicenda avvenuta lo scorso giugno a Rezzato, in provincia di Brescia. L’uomo era stato fermato dai carabinieri perché a bordo della sua vettura erano stati rinvenuti alcuni scatoloni contenenti 320 volatili, tra tordi e cesene, appena sottratti dai nidi. In seguito all’apertura del procedimento, la Lav (Lega antivivisezione), rappresentata dall’avvocato Vittorio Arena, del foro bresciano, è intervenuta come parte civile nell’iter giudiziario e riceverà un risarcimento. Il condannato, oltre a pagare le spese processuali, non potrà più ottenere la licenza per professare l’arte venatoria per i prossimi dieci anni.
Le dichiarazioni della Lega antivivisezione
Sulla vicenda è intervenuto Massimo Vitturi, responsabile dell’Area Animali Selvatici della Lav: "Siamo felicissimi per questo importante risultato giudiziario, che evidenzia ancora una volta quanto diffuso sia tra i cacciatori il traffico illegale di uccelli che vengono utilizzati come richiami vivi nella caccia da appostamento. Sentiamo troppo spesso affermare che i cacciatori non hanno nulla a che vedere con i bracconieri, ma la condanna odierna è l’ennesima conferma del fatto che troppo spesso l’ambito venatorio e il mondo sommerso del bracconaggio coincidono. Per questo, riteniamo che solo abolendo la caccia si potrà finalmente stroncare il bracconaggio, vero e proprio reato ambientale avente gravissime conseguenze, non solo sugli animali selvatici, ma anche sui delicati equilibri naturali", le sue parole.
Uccelli liberi a primavera
La Lega antivivisezione, inoltre, ringrazia i carabinieri di Brescia, che con il loro intervento hanno smantellato il commercio di piccoli volatili strappati ai rispettivi nidi, prendendosi anche cura degli animali che sono stati assegnati a un centro di recupero di fauna selvatica. Gli uccelli potranno essere liberati nella prossima primavera.