Milano, detenuto in permesso accoltella uomo. Sorella carabiniere ucciso: "Non è cambiato"

Lombardia
Foto di archivio (Fotogramma)

"Ci chiedevamo se Cianci si fosse reso conto della sofferenza che ha causato. La risposta l’ha data da solo", ha detto Donatella Tempini al Giornale di Brescia in commento all’aggressione compiuta sabato scorso dall’uomo che nel 1979 uccise suo fratello

Stando alla relazione del carcere di Bollate, Antonio Cianci, 60 anni e condannato all’ergastolo per aver ucciso tra il '74 e il '79 un metronotte e tre carabinieri, dava atto del suo cambiamento, del suo percorso positivo, della sua consapevolezza, maturità, affidabilità. Ma per Donatella Tempini, la sorella maggiore di Federico, il carabiniere bresciano ucciso in divisa a 19 anni la sera del 9 ottobre 1979 con i colleghi Michele Campagnuolo e Pietro Lia, non è così: "Cianci non è cambiato e la risposta l’ha data da solo". Sabato scorso, il 60enne ha accoltellato durante un permesso premio di 12 ore un uomo di 79 anni nel parcheggio sotterraneo dell’ospedale San Raffaele di Milano.

Il commento

"Proprio domenica scorsa, in occasione della commemorazione del 40esimo della morte - racconta Tempini al Giornale di Brescia -, con gli altri parenti ci siamo chiesti che fine avesse fatto Cianci e se si fosse reso conto della sofferenza che ha causato. La risposta l’ha data da solo". Poi, la donna sottolinea che "la parola premio non mi piace perché non capisco che premio debbano ricevere. Lasciare senza sorveglianza un ergastolano è un azzardo". E conclude: "Non basta la buona condotta per ottenere un permesso. Servirebbe un ravvedimento".

Le indagini

Secondo gli accertamenti della polizia, Cianci al momento del tentato omicidio sabato scorso non era in stato di alterazione ma era lucido. Gli inquirenti hanno chiesto la convalida dell'arresto e la custodia in carcere per il 60enne, basandosi sul pericolo di reiterazione del reato. Cianci sarà interrogato domani mattina nel carcere milanese di San Vittore dal gip Ilaria De Magistris che dovrà decidere sulla convalida dell'arresto. Nell'indagine, da quanto si è potuto ricostruire, sono state sentite già alcune persone, tra cui probabilmente anche la sorella di Cianci. Proprio a casa della donna, a Cernusco sul Naviglio, il 60enne avrebbe dovuto trascorrere le 12 ore di permesso premio. Era il terzo permesso quello di cui usufruiva, dopo uno concesso a fine luglio e un altro ai primi di novembre.

Il permesso premio

Il permesso di 12 ore (dalle 9 alle 21) era stato concesso a Cianci dal Tribunale di Sorveglianza di Milano sulla base di una norma che prevede la valutazione di buona condotta e assenza di pericolosità sociale. Il 60enne, in carcere a Bollate dal 2017, prima era sempre stato detenuto ad Opera, dopo un'altra valutazione positiva. Valutazioni che, in sostanza, davano conto che Cianci, da 40 anni in carcere ininterrottamente, dopo i primi periodi in cui aveva subito anche provvedimenti disciplinari, negli ultimi tempi si era sempre comportato bene, tanto che in passato era stato anche ammesso al lavoro esterno per un breve periodo.

La figlia di Pietro Lia: “Sono sconvolta”

"Sono sconvolta dal fatto che si sia permesso a questo essere ignobile, che massacrava senza pietà, di mettere un'altra famiglia in condizioni di dolore, calpestando e oltraggiando, tra l'altro, ancora la memoria di mio padre e dei suoi colleghi", il commento di Daniela Lia, figlia del carabiniere Pietro Lia, in seguito al tentato omicidio compiuto da Cianci.

Il ministro della Giustizia dispone accertamenti

Nel frattempo, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha dato mandato all'Ispettorato di compiere accertamenti preliminari sulla vicenda. I vertici del carcere di Bollate stanno anche verificando se Cianci sia stato o meno accompagnato dalla casa di reclusione a Cernusco sul Naviglio, come disposto nel provvedimento del giudice. Un aspetto quest'ultimo che, comunque, non cambia i contorni della vicenda, anche perché Cianci, detenuto ininterrottamente da 40 anni e che non aveva 20 anni quando entrò in carcere, ha violato la disposizione allontanandosi da Cernusco e arrivando fino al San Raffaele dove ha colpito con un taglierino alla gola il 79enne. 

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