Tangenti in Lombardia, Caianiello e Tatarella liberi dal 6 novembre

Lombardia
L'ex candidato di Forza Italia alle Europee Pietro Tatarella

La decisione proviene dal gip milanese Raffaella Mascarino e riguarda quasi tutti gli indagati nell’inchiesta della Dda. L’unico a restare ai domiciliari è l’imprenditore Daniele D’Alfonso: la misura scadrà nel maggio 2020 

Con l’intervento del gip milanese Raffaella Mascarino, a partire da mercoledì 6 novembre tornano liberi quasi tutti gli indagati dell’inchiesta della Dda milanese su un presunto sistema di tangenti e spartizione di appalti in Lombardia. La procura aveva richiesto nei giorni scorsi il cambio della misura detentiva con una meno afflittiva (come l’obbligo di dimora o di firma) per l’ex coordinatore varesotto di Forza Italia Gioacchino Caianiello, l’ex consigliere comunale azzurro e candidato alle Europee Pietro Tatarella e Mauro Tolbar, ritenuto uno dei collettori di mazzette. Tuttavia, il giudice ha rigettato la richiesta. Nell’ordinanza si legge che “il tempo decorso rispetto al momento in cui furono arrestati e la puntuale osservanza degli obblighi (...) consente di ritenere che gli indagati abbiano tratto dall'esperienza giudiziale un sufficiente monito per astenersi, nel futuro, dal commettere altri reati della stessa specie”. L’unico a restare ai domiciliari fino a maggio del 2020 sarà l’imprenditore Daniele D’Alfonso, a cui è stata contestata l’aggravante di aver favorito la ‘ndrangheta, in particolare il clan Molluso di Buccinasco, con la sua ‘Ecole Service srl’.

L’inchiesta della Dda di Milano sulle tangenti

Lo scorso 7 maggio la Dda di Milano, nel corso di una maxi operazione in Lombardia e in Piemonte, fece eseguire dai carabinieri di Monza e dalla guardia di finanza di Varese 43 ordinanze di custodia cautelare, di cui 12 in carcere, 16 ai domiciliari. Nel blitz furono inoltre notificati 12 obblighi di firma. In totale furono indagate 95 persone. Nei diversi filoni dell’inchiesta, che vedono al centro due gruppi criminali attivi tra Milano e Varese e costituita da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, si riscontrò che per gli inquirenti il personaggio principale era l’uomo d’affari del settore rifiuti e bonifiche ambientali Daniele D’Alfonso, della ‘Ecol-Service srl’, ora ai domiciliari. Il pm della Dda milanese Silvia Bonardi spiegò che l’uomo “fa la ‘semina’ tra i politici” e che “Pietro Tatarella lo accompagna in questo incontro con il mondo politico. Sulla carta, Tatarella è consulente stabile della società ed è lui a suggerire chi finanziare. Nelle operazioni, D’Alfonso è intermediario”. Furono in molti a finire coinvolti in questo scandalo che riguarda finanziamenti illeciti ai partiti e mire espansionistiche su Expo. Tra i più importanti, il consigliere regionale Fabio Altitonante, il candidato azzurro alle Europee Pietro Tatarella e l’ex coordinatore forzista di Varese Gioacchino Caianiello. Quest'ultimo, insieme ad altre persone, ha deciso di parlare, riempiendo pagine e pagine di verbali. Quelle dichiarazioni hanno consentito ai soggetti di ottenere qualche beneficio (come la scarcerazione per andare ai domiciliari o addirittura di essere rimessi in libertà) e alla Procura ha fruttato un ampliamento del quadro della vicenda. Al punto che il prossimo giovedì 7 novembre, davanti al gup Maria Vicidomini si discuterà della richiesta di patteggiamento avanzata da alcuni.

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