L'ex legale Matteo Brigandì deve risarcire la Lega con 1,87 milioni di euro

Lombardia
Matteo Brigandì (ANSA)

"Bisogna iniziare a comprendere l'ampiezza e la natura dei danni causati dalle condotte di infedeltà. Danni enormi, ritengo irreversibili", le parole di Domenico Aiello, legale del Carroccio, che è parte civile

Lo storico legale della Lega e dell'ex leader Umberto Bossi, Matteo Brigandì, dovrà risarcire il Carroccio con oltre un milione e 870mila euro. Questa è la decisione del giudice di Milano, Chiara Valori, condannando l'avvocato ed ex parlamentare leghista - imputato per patrocinio infedele e autoriciclaggio - a due anni e due mesi nel processo scaturito dall'inchiesta del pm Paolo Filippini e nel quale la Lega è parte civile col legale Domenico Aiello. Inoltre, è stato disposto anche il sequestro conservativo di beni per la stessa cifra (le motivazioni della sentenza tra 30 giorni).

Le dichiarazioni

"Bisogna iniziare a comprendere l'ampiezza e la natura dei danni causati dalle condotte di infedeltà. Danni enormi, ritengo irreversibili", le parole di Aiello. Secondo le indagini, "quale avvocato della Lega" Brigandì si sarebbe reso "infedele ai suoi doveri professionali", omettendo "di denunciare il proprio conflitto di interessi" in relazione a un decreto ingiuntivo, emesso nel 2004 ed eseguito nel 2012, da lui richiesto e incassando così quasi 1,9 milioni di euro di compensi per la sua attività. E avrebbe anche trasferito "la somma di 1,67 milioni" su un conto di una banca in Tunisia. Da qui anche l'accusa di autoriciclaggio.

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