Caso Antinori, prosciolta da accusa di calunnia l’infermiera vittima del presunto espianto

Lombardia

La giovane aveva denunciato il ginecologo per averle asportato, secondo l’accusa, degli ovociti contro la propria volontà nell’aprile 2016 

Prosciolta dall’accusa di calunnia l’infermiera 26enne che aveva denunciato il ginecologo Severino Antinori per averle asportato, secondo l’accusa, degli ovociti contro la propria volontà nell’aprile 2016. A seguito delle sue rivelazioni la ragazza, spagnola, era stata denunciata dal medico per averlo falsamente accusato. La giovane è stata prosciolta con la formula del "non luogo a procedere" per decisione del gup di Milano, Livio Cristofano, che ha accolto la richiesta dei pm, Maura Ripamonti, e Leonardo Lesti. Il ginecologo è stato condannato in appello a 7 anni e 10 mesi per il presunto espianto forzato.

Il presunto espianto forzato

Secondo le indagini, nell'aprile del 2016, all'interno della clinica Matris, con la complicità di alcune collaboratrici, Antinori avrebbe espiantato alcuni gameti dalla giovane, un'infermiera in prova. Gli ovuli erano destinati all'eterologa. La ragazza, sottoposta a una cura ormonale fatta passare per terapia per il trattamento di cisti ovarica, ha riferito di essere stata immobilizzata, anestetizzata e costretta a subire un'asportazione di ovuli, nonché privata del proprio telefono cellulare, per impedirle di chiedere aiuto.

L'imputazione coatta

"C'è grande soddisfazione per questa sentenza - ha detto il difensore dell'infermiera, l'avvocato Roberta Di Leo - che ristabilisce la verità dopo una denuncia che è stata sin da subito strumentale".
Dopo la denuncia del medico, i pm avevano chiesto l'archiviazione del procedimento, ma il gip, Luigi Gargiulo, aveva disposto l'imputazione coatta per l'infermiera. La Cassazione aveva dichiarato inammissibile il ricorso della Procura contro il provvedimento del gip sull'imputazione coatta e, dunque, si è arrivati all'udienza preliminare in cui la procura ha chiesto il proscioglimento per la donna. Secondo il gip, la donna aveva accusato "falsamente" Antinori, pur "sapendolo innocente". Più di una le dichiarazioni messe a verbale nell'aprile 2016 dall'infermiera davanti ai pm e 'incriminate' in questa tranche, tra cui il passaggio centrale in cui la donna raccontò che Antinori la sottopose "a un trattamento farmacologico non voluto e diverso da quello prospettatole". E quello in cui disse che lui le avrebbe "provocato lesioni consistite in ecchimosi varie sul corpo" e le avrebbe rubato il telefono mentre era in "stato di sedazione". Dichiarazioni che hanno portato alla condanna del ginecologo.

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