Rifiuti, incendio in un impianto di recupero e smaltimento nel Lodigiano: aperto fascicolo

Lombardia
Immagine di archivio (Agenzia Fotogramma)

Sul posto sono intervenute quattro squadre di vigili del fuoco, che hanno terminato le operazioni di spegnimento. Nessuno risulta al momento ferito o intossicato 

La Procura della Repubblica di Lodi ha aperto un fascicolo di indagine sull'incendio che è divampato stamattina alla Linea Ambiente di Fombio, nel Lodigiano. La decisione è stata presa dal procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro, dopo aver attentamente visionato gli elementi a disposizione. Verso le 6, sono bruciati, nel piazzale esterno dell'impianto, rifiuti indifferenziati su circa 30 metri quadrati, soprattutto di plastica. Al momento non risultano esserci persone ferite o intossicate. Sul posto, in seguito a una segnalazione arrivata mentre il capannone era ancora chiuso, sono intervenute quattro squadre di vigili del fuoco, che hanno terminato le operazioni di spegnimento.

La nota di Linea Ambiente

"Linea Ambiente - ha precisato l'azienda in una nota - assicura la massima collaborazione con autorità e enti preposti alla verifica di quanto accaduto. La società ha agito secondo le procedure dell'apposito dispositivo di pronto intervento, con la dovuta tempestività e sin da subito i tecnici presenti hanno controllato e circoscritto pressoché totalmente la zona interessata. La procedura - si legge nel comunicato - ha compreso l'immediata segnalazione ai vigili del fuoco, che la società ringrazia per il celere intervento. La combustione è stata di breve durata ed ha interessato una limitata e circoscritta porzione di rifiuti", conclude la nota.

L’impianto

La struttura fa parte del gruppo a partecipazione pubblica Linea Group Holding (Lgh), formato dalle municipalizzate di Cremona, Pavia, Lodi, Rovato (Brescia) e Crema (Cremona). Nell'impianto, di oltre 1200 metri quadrati, si provvede a operazioni di recupero e smaltimento di rifiuti urbani, speciali, pericolosi e non pericolosi.

I precedenti negli ultimi mesi

Non è il primo incendio di rifiuti nel Lodigiano. Esattamente un mese fa, la notte del 28 agosto, era stato completamente distrutto dalle fiamme il contenuto del capannone della GGM di Codogno che poteva contenere fino a 20 tonnellate di rifiuti. Questo episodio si era verificato mentre erano pendenti contestazioni dell'Arpa sui quantitativi trattati e attualmente sono in corso indagini della Procura di Lodi. L'8 settembre scorso, poi, si è verificato un altro episodio di incendio a rifiuti nella piazzola ecologica comunale di Valera Fratta per il quale era stato denunciato un uomo che sembra si fosse introdotto per cercare materiali da recuperare. Tra il 9 e il 10 agosto scorso si era verificato un altro incendio anche nel centro di trattamento di rifiuti di carta e cartone della Lodigiana Maceri a Marudo che, nel corso degli anni, era già stato interessato da altri tre episodi simili con conseguenze di varia gravità. Episodi questi, per i quali erano stati aperti dalla Procura puntuali fascicoli d'indagine.

I precedenti dell'ultimo anno

Nel marzo scorso, invece, era stato sequestrato l'equivalente di diversi camion di rifiuti, principalmente plastica, all'interno di un capannone sfitto di Meleti, episodio che la Direzione distrettuale antimafia di Milano aveva posto in relazione a un traffico illecito di rifiuti che aveva comportato anche l'incendio di un capannone nel milanese. Ma l'episodio forse più grave, nel territorio, è stato quello del gennaio dello scorso anno a Corteolona, nel Pavese ma a pochi chilometri dai confini del Lodigiano. Qui un vecchio capannone preso in affitto da una società di comodo era stato riempito di immondizia e dato alle fiamme nel cuore della notte sprigionando una nube tossica che aveva costretto migliaia di abitanti dei paesi confinanti a passare una giornata con le finestre chiuse. Proprio a seguito del grave episodio al confine con il Pavese, le prefetture di Pavia e Lodi avevano avviato censimenti e controlli di discariche abusive e capannoni dismessi.

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