Cadavere carbonizzato trovato a Milano: a processo i 2 presunti killer

Lombardia
Il luogo dove lo scorso marzo è stato trovato il cadavere (Fotogramma)

Il corpo è stato rinvenuto lo scorso marzo in zona Bovisasca. Un terzo uomo, che avrebbe aiutato gli indagati a nascondere il cadavere, ha confessato e ha chiesto di patteggiare una pena a 5 anni 

Sono stati rinviati a giudizio i due colombiani accusati di aver ucciso a coltellate, dopo una festa in casa, il connazionale Hernandez Tautiva Cristian Giovanny, il cui cadavere mutilato e carbonizzato è stato trovato il 30 marzo scorso nel quartiere Bovisasca a Milano. Un terzo uomo fermato nell'inchiesta, che avrebbe aiutato i due a tagliare e nascondere il corpo, ha confessato e punta a patteggiare una pena di 5 anni.

La richiesta della procura

Nei giorni scorsi il pm Paolo Storari, titolare dell'inchiesta condotta dalla Squadra mobile, ha chiesto e ottenuto dal gip Manuela Scudieri il processo con rito immediato fissato per ottobre. Ora i tre imputati stanno valutando i riti alternativi: oltre a una richiesta di patteggiamento, è stata avanzata anche un'istanza di rito abbreviato.

La ricostruzione dell'omicidio

La testimone principale dell'indagine era stata la compagna di William Gomez Arango, finito in carcere per aver aiutato gli altri due colombiani a mutilare il corpo. La donna viveva con Arango nella casa dove aveva organizzato una grigliata per festeggiare “il suo compleanno". La testimone ha raccontato che nel corso della festa lei e il suo convivente, di 38 anni, "si erano allontanati" per mettersi "alla ricerca di un altro colombiano di nome Tony, che aveva avuto un litigio telefonico con Pericles", ossia Jhonathan Hernandez Vega, ora in carcere per l'omicidio, e con "Mateo", ossia Dilan Mateus Carddenas, anche lui accusato dell'omicidio e arrestato in Francia. Il giovane colombiano sarebbe stato ucciso dai due "per punirlo del fatto che si era messo in contatto con Tony " allo scopo di "aiutarlo" a non farsi trovare dagli altri partecipanti alla festa nella casa di via Carlo Carrà.

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