“In attesa dei risultati della perizia disposta dalla Procura i familiari non intendono celebrare il funerale”, scrivono i familiari della testimone deceduta a marzo
"In attesa dei risultati della Perizia disposta dalla procura i familiari non intendono celebrare il funerale, al fine di consentire una ulteriore perizia sul corpo della loro povera cara, in quanto non si ritengono assolutamente soddisfatti degli esiti trapelati". Lo scrivono i familiari di Imane Fadil, testimone chiave delle inchieste sul caso Ruby morta il primo marzo scorso dopo un ricovero di oltre un mese. La famiglia è rappresentata dal legale Mirko Mazzali e Nicola Quatrano. Una settimana fa, a distanza di oltre sei mesi dalla morte della giovane, i pm milanesi avevano dato il nulla osta alla restituzione della salma ai familiari per poter celebrare i funerali della 34enne modella marocchina.
Le analisi
Benché la relazione medico legale, ad opera del pool di esperti guidato dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo, non sia stata ancora depositata agli inquirenti, stando a quanto trapelato la donna sarebbe morta per cause naturali: un’aplasia midollare, ossia perché il midollo non riusciva più a produrre globuli rossi. I medici legali stanno ancora lavorando per capire, se sarà possibile, cosa abbia determinato questa patologia. Esclusa dunque l'ipotesi di avvelenamento doloso, l'inchiesta aperta per omicidio volontario va verso una richiesta di archiviazione, anche perché, secondo gli inquirenti, non sono state individuate nemmeno responsabilità mediche.