Fondi Russia alla Lega, Savoini non rinuncia a Riesame

Lombardia
Gianluca Savoini (ANSA)

Il legale Lara Pellegrini starebbe preparando una memoria da depositare nell’udienza di giovedì prossimo. Al contrario, Meranda e Vannucci hanno deciso di rinunciare al procedimento 

Gianluca Savoini, il leghista presidente dell'associazione Lombardia Russia indagato con l'avvocato Gianluca Meranda e l'ex bancario Francesco Vannucci nell'inchiesta su presunti fondi russi al Carroccio, ha deciso di non rinunciare al procedimento davanti al tribunale del riesame di Milano per discutere il ricorso contro i sequestri a sua carico effettuali lo scorso luglio. Stando a quanto si apprende, il suo legale, Lara Pellegrini, starebbe preparando una memoria da depositare nell’udienza di giovedì prossimo, 5 settembre.

Meranda e Vannucci rinunciano al Riesame

A differenza di Savoini, Gianluca Meranda e Francesco Vannucci hanno invece rinunciato al procedimento davanti al tribunale della libertà del capoluogo lombardo, al quale avevano presentato ricorso contro i sequestri del mese di luglio. A comunicarlo all’ANSA è stato il legale dei due, Ersi Bozheku, spiegando che i pm, in vista dell'udienza, hanno depositato solo il nastro dell'incontro al Metropol, il cui contento, "riteniamo non configuri" alcuna "ipotesi di responsabilità".

Le parole dell’avvocato Bozheku

L’avvocato Bozheku ha riferito che stamane è stato depositato al Tribunale del Riesame di Milano l'atto con cui si rinuncia alla discussione prevista per dopodomani. "Nel nostro ordinamento vige il principio per cui polizia, carabinieri e guardia di finanza possono presentarsi presso l'abitazione di un cittadino in base ad un provvedimento dell'Autorità Giudiziaria”, ha dichiarato il legale, il quale ha motivato la scelta dei suoi assistiti dicendo che la difesa ha "proposto istanza di riesame per verificare gli atti posti a fondamento della perquisizione e sequestro oggetto dell'udienza del 5 settembre e, in particolare, per appurare la sussistenza di elementi di indagine di specificità tale da consentire, già in questa fase, un confronto dialettico tra accusa e difesa".
"A fronte degli elementi messi a nostra disposizione dalla Procura - ha aggiunto l'avvocato Bozheku - abbiamo riscontrato che vi è esclusivamente versato agli atti l'ormai famoso nastro del 'Metropol'. Riteniamo che il suo contenuto non configuri un'ipotesi di responsabilità. Pertanto rinunciamo al riesame reale in relazione al sequestro probatorio, restando in attesa di eventuali ulteriori indagini". Indagini, ha specificato il legale, "in relazione alle quali ci riserviamo richieste nel merito ed eccezioni procedurali. Riteniamo comunque che - ha concluso Bezheku - anche all'esito delle attività investigative sarà confermata l'insussistenza di alcuna ipotesi di reato nei confronti di Meranda e Vannucci".

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