Divorzio Berlusconi-Lario, Cassazione conferma la revoca dell’assegno

Lombardia

L’ex moglie del leader di Forza Italia dovrà restituire il denaro ricevuto a titolo di mantenimento dal Cav, pari a circa 60 milioni di euro. Il Tribunale di Monza aveva infatti disposto un versamento da 1,4 milioni di euro al mese in favore di Lario

La Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d'Appello di Milano del novembre 2017 che stabiliva la revoca dell'assegno divorzile da 1,4 milioni al mese dovuto, in base alla decisione del Tribunale di Monza, da Silvio Berlusconi all’ex moglie Veronica Lario. Miriam Bartolini, vero nome di Veronica Lario, che aveva presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d'Appello di Milano, dovrà ora restituire quanto ricevuto finora a titolo di mantenimento: si tratta di una cifra pari a circa 60 milioni di euro. Durante il processo i legali di Berlusconi avevano sottolineato come Veronica Lario, grazie alla liquidità di 16 milioni di euro, gioielli e società immobiliari, fosse autosufficiente e godesse di "tranquillità" economica.

Le motivazioni della sentenza

La Cassazione ha quindi confermato le motivazioni con cui la Corte d'Appello di Milano aveva dato ragione a Silvio Berlusconi (difeso dagli avvocati Valeria De Vellis e Pier Filippo Giuggioli), revocando l'assegno divorzile a partire "dalla mensilità successiva alla pubblicazione della sentenza di scioglimento del matrimonio e quindi dal marzo 2014". Anche la Cassazione ha sottolineato che l'"oggettivo squilibrio" tra le situazioni economiche di Berlusconi e Veronica Lario "non discende dall'impostazione della vita coniugale e familiare" e inoltre l'esclusione del diritto all'assegno di divorzio è dovuto soprattutto "dal fatto, non contestato, della formazione dell'intero patrimonio della ricorrente da parte dell'ex coniuge". L'origine dell'attuale condizione economico patrimoniale di Lario, prosegue l'ordinanza, "induce a ritenere interamente attuato, grazie agli interventi in corso di matrimonio dell'ex coniuge, il riconoscimento della funzione endofamiliare dalla stessa svolta, consentendole di affrontare la fase successiva allo scioglimento del vincolo in condizioni di assoluta agiatezza". 

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