Ruby ter, agli atti le parole di Imane Fadil

Lombardia

I giudici di Milano hanno dato oggi il via libera alle prove richieste dalla procura e dalle difese nel processo che vede Berlusconi imputato per corruzione in atti giudiziari, ammettendo tra gli altri come testi anche Barbara D’Urso e Vittorio Sgarbi 

Tutte le dichiarazioni rese da Imane Fadil, morta in circostanze non chiare lo scorso 1 marzo, saranno messe agli atti del processo sul caso Ruby ter che vede Silvio Berlusconi imputato assieme ad altre 28 persone con l’accusa di corruzione in atti giudiziari per i soldi che l'ex premier avrebbe versato per presunte false testimonianze nei processi sul caso Ruby. E’ quanto hanno stabilito i giudici di Milano che oggi, giovedì 25 luglio, hanno letto una lunga ordinanza sul via libera alle prove richieste dalla Procura e dalle difese. I giudici (presidente del collegio Marco Tremolada) in sostanza hanno respinto numerose eccezioni di inutilizzabilità presentate dalle difese relativamente alla mole di atti depositata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Luca Gaglio come prove, con la motivazione che allo stato "non vi è ragione di escluderli". I magistrati comunque si sono riservati di valutare nel corso del processo se tagliare o meno alcuni testimoni.

Le dichiarazioni di Imane Fadil

Le testimonianze di Imane Fadil avevano permesso di svelare i dettagli delle serate di Arcore, portando a far esplodere, nel 2011, il caso Ruby. La modella si era presentata in procura raccontando di aver partecipato ad alcune "cene eleganti", dove a suo dire succedeva "di tutto", e per le quali era stata pagata. Le sue accuse vennero messe a verbale e poi ripetute a processo nel 2012. Nelle udienze, Fadil aveva chiamato in causa diverse persone: Lele Mora ed Emilio Fede, che l’avrebbero invitata alle serate, Nicole Minetti, Barbara Faggioli e Iris Berardi.

Le testimonianze di Sgarbi e D'Urso

I giudici della settima sezione penale inoltre hanno deciso di ammettere tutti i testi richiesti da difese (un'ottantina solo quelli della difesa di Berlusconi) e pm. Tra questi, figurano anche Vittorio Sgarbi e Barbara D’Urso: la testimonianza del critico d’arte, in particolare, era stata richiesta dalla difesa di Berlusconi come "prova contraria" alle dichiarazioni delle testimoni Fadil, Ambra Battilana e Chiara Danese relative ai festini organizzati ad Arcore. Sgarbi in "plurime interviste" ha sempre sostenuto, in sostanza, che il 'bunga-bunga' "è tutta fantasia".
Entrano agli atti inoltre le parole dell'ex legale di Ruby, l'avvocato Egidio Verzini, deceduto in una clinica svizzera col suicidio assistito, e di Marysthell Polanco. Verzini prima del decesso aveva parlato di 5 milioni versati da Berlusconi a Ruby attraverso una banca di Antigua. Entrano nel processo, però, i suoi verbali del 2014 e un'intervista precedente alle ultime rivelazioni.

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